Liberi tutti?
A una settimana dall'editto della direzione nazionale Pdl contro le correnti, La Russa lancia la sua
Come possono cambiare le cose in una settimana. Qualche giorno fa il fuoco nei confronti di Fini aveva portato diversi esponenti del Pdl a dire peste e corna delle correnti, definite da Berlusconi “metastasi” del partito. Il testo approvato a larga maggioranza dalla direzione nazionale del partito, poi, non lasciava dubbi. Chiaro, semplice, cristallino.
Le “correnti” o “componenti” negano la natura stessa del Popolo della Libertà ponendosi in contraddizione con il suo programma stipulato con gli elettori e con chi è stato dagli stessi elettori designato a realizzarlo attraverso il governo della Repubblica.
Invece oggi leggiamo sui giornali che nel Pdl è appena nata una nuova corrente, e il Giornale la chiama “la corrente che piace al Cav”. Il fondatore di questa nuova corrente – “La nuova destra” – è Ignazio La Russa, che come tutti coloro che hanno appena fondato una corrente si affretta a precisare che non si tratta di una corrente.
La Russa ha chiamato ieri a raccolta nella sala conferenze della Provincia di Milano tutti i quadri ex-An della Lombardia, dai deputati ai consiglieri di zona. Assente, ovviamente, il minuscolo gruppetto di finiani di questa parte del Paese: due parlamentari, un eurodeputato e un assessore. Primo punto all’ordine del giomo: l’inversione di rotta. «Sui temi della sicurezza e del contrasto all’immigrazione clandestina», ha spiegato il ministro, «non siamo noi la fotocopia della Lega. L’originale era in mano ad Alleanza Nazionale, ma è stato in qualche modo nascosto nel cassetto: ora dobbiamo tirare fuori quel documento autentico che è in nostro possesso, mandarlo in giro, sul territorio, tra la gente». In altre parole, slogan come “l’Italia agli italiani” utilizzati dalla vecchia An torneranno nei manifesti del PdL.
L’operazione sarebbe benedetta dallo stesso Berlusconi, al quale – stando alla ricostruzione di Libero – alcune correnti vanno più a genio di altre.
Adesso, ed è il nuovo obiettivo che si sono dati, occorre prosciugare le truppe finiane. Fare sì che la scissione (oramai la danno per scontata) sia la meno dolorosa possibile. Ieri a Milano la prima risposta allo strappo del presidente della Camera. La Russa ha organizzato una conta dei quadri milanesi, ottenendo che la quasi totalità dell’ex-An sta nel PdL: lo scisma finiano al Nord attecchisce poco. Seguiranno altre manifestazioni del genere. Obiettivo: tenere unita la destra dentro al PdL e limitare al minimo le perdite. «Recuperemo quasi tutti i finiani», hanno assicurato i colonnelli a Berlusconi. E Silvio ci vuole credere.
Ci sarebbe da dire, per l’appunto, “Liberi tutti”, se non fosse che il panorama delle correnti e delle componenti nel centrodestra era già piuttosto frastagliato. L’elenco lo fa il Giornale.
La nuova frontiera correntizia della seconda Repubblica è una specie di status symbol, della serie chi non ce l’ha non conta. […] Nel Pdl siamo oltre la dozzina. La più famosa è Farefuturo del presidente della Camera Gianfranco Fini. Gli ex colonnelli di An si sono mossi nello stesso solco: ed ecco Nuova Italia di Gianni Alemanno, Italia Protagonista di Maurizio Gasparri, Fondazione della Libertà byAltero Matteoli e l’ultima arrivata, La nostra Destra di Ignazio La Russa, presentata ieri a Milano. Tutte aree che di fatto ereditano lo spazio politico e le idee delle vecchie correnti di An, «alla faccia del partito di plastica», per dirla con le parole del sindaco di Roma Alemanno. La moda spopola anche nell’ala «sinistra» del Popolo della Libertà. Gli ex socialisti Renato Brunetta (Free Foundation), Fabrizio Cicchitto (Riformismo e Libertà), Stefania Craxi (Fondazione Bettino Craxi) e Riformisti Europei di Carlo Vizzini non fanno mistero di voler arginare la deriva a destra del primo partito di maggioranza con seminari su immigrazione, economia e welfare. Più «centriste» la Magna Charta di Gaetano Quagliariello e Marcello Pera, Respublica di Giulio Tremonti, Europa e Civiltà di Roberto Formigoni, vicina a Comunione e Liberazione e Medidea, presieduta dal presidente della commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, che può schierare un vicepresidente come il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar e che guarda all’area geografica del Mediterraneo e ai rapporti con i paesi del Nord Africa.