“Trovatemi un cormorano”
Obama vola verso il Golfo: ci aspettano grandi foto da copertina, o anche qualche soluzione?
Ventiquattr’ore in cui il ruolo del presidente degli Stati Uniti corrisponde degnamente alla sua immagine mitizzata. Ieri sera Barack Obama ha fatto lo spiritoso alla cena con i giornalisti alla Casa Bianca, dando il meglio di sé nel suo personaggio gigionesco e affascinante. La serata era ancora in corso quando, come in una stagione di 24, il presidente è stato avvisato dell’allarme autobomba di Times Square, su cui è stato tenuto aggiornato in tutte le ore successive. Nella tarda mattinata dell’indomani, quando le notizie della catastrofe ambientale nel Golfo del Messico hanno cominciato a riprendere il sopravvento sul ritorno alla normalità newyorkese, Obama è salito sull’Air Force One per andare a vedere di persona: i dettagli del viaggio in Louisiana non sono ancora stati forniti, salvo l’informazione che incontrerà i responsabili e le autorità degli stati interessati dalla perdita di petrolio.
Difficile capire se – mentre il disastro non accenna a rientrare o a essere messo sotto controllo – l’arrivo di Obama collegherà di più il suo ruolo a ciò che è successo (ma al tempo di Katrina l’assenza di Bush fu invece un tragico fallimento di comunicazione), o se si risolverà in un nuovo prodigioso set fotografico: mare, petrolio, uccelli e Obama, nessun photo editor potrebbe sognare di meglio.