Stasera l’ultimo dibattito prima delle elezioni britanniche
Il tema è l'economia, ma sarà impossibile non parlare della gaffe di Brown
Il terzo e ultimo dibattito in vista delle elezioni britanniche sarà trasmesso dalle 21,30 di questa sera sulla Bbc. Il tema sul quale si confronteranno i tre candidati sarà l’economia, ma con ogni probabilità la discussione spazierà molto e si concentrerà a lungo sulla questione su cui più si sta discutendo in queste ore: che fare nel caso – sempre più probabile – in cui nessuno dei tre partiti ottiene la maggioranza assoluta dei seggi?
Il più intimorito da un simile scenario è David Cameron, che vorrebbe evitare a tutti i costi di infilarsi in una coalizione con i liberaldemocratici; il più ottimista è Nick Clegg, che occuperebbe una volta di più un posto determinante e centrale negli esiti di questa competizione; il più speranzoso è certamente Brown, le cui speranze di vittoria sono ormai molto esigue e che quindi non può che affidarsi a un disperato corteggiamento ai liberaldemocratici.
Lo stesso Brown è certamente l’osservato speciale di stasera, per diverse ragioni. In primo luogo per via della sua solida e riconosciuta fama di amministratore competente, esperto e pragmatico. In secondo luogo perché a meno di ventiquattro ore dalla gaffe che ha occupato le cronache della giornata di ieri, dovrà riuscire a non farsi chiudere nell’angolo da Clegg e Cameron, che con ogni probabilità non si lasceranno scappare l’occasione di dipingere il Labour come un partito lontano dalle persone e dalle loro necessità. In terzo luogo perché se è vero – ed è vero – che i dibattiti televisivi hanno cambiato radicalmente il corso della campagna elettorale britannico, quello di stasera per Brown è certamente l’ultima chiamata. A poco più di una settimana dal voto del 6 maggio, non ci sono altre possibilità per tentare di invertire la tendenza.
Intanto è arrivato uno degli endorsement più attesi e pesanti nelle elezioni britanniche. L’Economist ha scelto di sostenere David Cameron e il partito conservatore, e motiva la sua scelta in un editoriale sul numero che sarà in edicola da domani.
L’Economist non ha vincoli ancestrali di fedeltà ad un partito, ma vanta invece un perdurante pregiudizio in favore del liberalismo. In queste elezioni risalta la pressante necessità di riformare il settore pubblico. Il deficit di bilancio ha raggiunto la terrificante quota dell’11,6 per cento del prodotto interno lordo, e questo rende inevitabile un aumento delle tasse e tagli alla spesa. Perchè la Gran Bretagna cresca questo Leviatano distruttore della libertà deve essere affrontato. I Conservatori sono i più desiderosi di farlo e questo è il principale motivo per cui noi daremmo loro il nostro voto.