Il tennis italiano salvato dalle donne
La Federation Cup è la Davis femminile: le italiane hanno vinto nel 2006 e nel 2009
di Enrico Maria Riva
Il tennis si gioca in due, uno contro l’altro, chi vince prosegue e chi perde va a casa. Se proprio vuoi compagnia al massimo ci si trova in quattro, due contro due, ma il meccanismo è lo stesso e questo vale sia per gli uomini che per le donne. Nel 1900 un signore inglese, Dwight Davis, si inventò una competizione a squadre e ci costruì su una sorta di mondiale per nazioni che si disputa tuttora a cadenza annuale e che da lui prende il nome. Ci sono voluti sessantatré anni perché il format superasse le reticenze di una pratica nata per i maschi ed entrasse anche nel calendario femminile con il nome di Federation Cup. La formula è semplice: un tabellone con otto nazioni, sfide con quattro singolari e un doppio, di fatto si parte dai quarti di finale e via via verso la vittoria.
Il tennis a squadre è uno sport totalmente differente da quello individuale. Si gioca per difendere i colori della propria bandiera e si è soggetti alle variabili che comporta trovarsi “in casa” o “in trasferta”. Poi si beneficia di una sorta di “spirito di gruppo”, di supporto psicologico che permette di far emergere quegli atleti che a causa dei limiti caratteriali di solito non sfruttano appieno il proprio talento. Infine non tutti i giocatori e le giocatrici di vertice trovano il tempo di partecipare conciliando il proprio calendario con questo impegno, e questo contribuisce ulteriormente al livellamento dei valori in campo.
Con sei finali e con la storica e controversa vittoria che nel 1976 Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli riportarono dal Cile di Pinochet, gli atleti azzurri hanno un discreto passato nella manifestazione. Sono tuttavia trascorsi 1302 giorni dall’ultima volta che un italiano ha conquistato un torneo Atp e l’attuale squadra di Davis vivacchia tra la serie B e la serie C. In Olanda a maggio tra defezioni e infortuni siamo a rischio di dover indire delle primarie per decidere la formazione.
A livello femminile invece è tutto un altro mondo: due tornei di singolare vinti nelle ultime due settimane (uno addirittura con una finale tutta italiana) e la finale di Fed Cup ottenuta a Roma nel weekend contro la Repubblica Ceca (5 a 0). Un dominio che dura dal trionfo del 2006: ancora finalista nel 2007 e di nuovo vincitrice nel 2009 contro gli Stati Uniti, orfani delle sorelle Williams. Per la regola dell’ “una volta per uno” la finale 2010 si disputerà in America e una volta di più la presenza o meno delle due giocatrici più forti del mondo farà la differenza.
L’unico difetto dell’italtennis donne? I 106 anni complessivi delle quattro titolari, che sono tanti. Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci hanno dalla loro una lunga esperienza nel circuito mentre Sara Errani è l’unica “giovane promessa”.
La partita contro la Repubblica Ceca si è giocata al Foro Italico, per cui la federazione italiana ha investito oltre 20 milioni di euro e che da lunedì ospiterà gli Internazionali d’Italia, torneo inserito nel circuito maschile dei Master1000, ovvero l’élite mondiale del tennis. Rafael Nadal e Roger Federer da un lato, Andy Murray e Novak Djokovic si contenderanno un premio di 500 mila euro per il vincitore. Le possibilità che sentiate nominare degli italiani durante la settimana sono decisamente remote anche se il nostro numero 1 Andreas Seppi trova al secondo turno proprio Murray che, nonostante sia numero 5 del mondo, da settimane è alle prese con quelli che la stampa definisce problemi di adattamento: ma che in sostanza si traducono con il fatto che non ne vince una.
Update: la Federazione ha diramato le convocazioni per la Coppa Davis. A giocare per l’Italia ci saranno Bolelli, Starace, Bracciali e Lorenzi.