Il PD prova a raccogliere le idee
Il progetto "In buone mani", un database di buone pratiche politiche locali
Sul ricambio generazionale nel Partito Democratico ci sono tuttora molte resistenze: alcune di queste obiettano – in buona o malafede – che non esista una nuova generazione di potenziali dirigenti all’altezza. Questa obiezione è stata da tempo smontata indicando i molti giovani amministratori locali in grado di prendersi responsabilità maggiori a livello nazionale. E per arricchire l’archivio di buone idee e progetti che arrivano “dal territorio” da circa un mese Annamaria Parente, responsabile formazione del PD, ha messo in piedi il progetto “In Buone Mani”, per raccogliere e diffondere “le buone pratiche di governo locale nelle amministrazioni del centrosinistra”.
Il progetto di promuovere una banca dati e un motore di ricerca delle buone pratiche amministrative fu già avviato anni fa, e con successo, dal Psoe in Spagna: una cosa semplice, eppure potenzialmente molto efficace per condividere le informazioni all’interno del maggior partito di opposizione e rinnovare il suo progetto politico spesso impigrito. Per scambiare dati, modalità d’intervento, esempi di buongoverno attraverso il Paese e per creare un po’ di cultura condivisa, al di là delle gerarchie verticalissime e delle varie fondazioni e correnti. Dal ‘basso’: come si dice sempre e non si fa quasi mai.
Perché il progetto funzioni, ovviamente, è importante che le realtà periferiche segnalino le loro buone pratiche e che in molti collaborino per ‘popolare’ il database. Dimostrando che web e territorio non sono in contrapposizione tra loro e che rete e circoli non sono alternativi, ma ottimi alleati. Purché si parlino, i territori, anche attraverso la rete. E trovino qualcosa da dirsi.