L’attentato di Karachi torna dal passato francese
L'8 maggio del 2002 una bomba uccise 14 persone tra cui 11 lavoratori francesi
Un intricato scandalo politico che viene dal passato è tornato a travolgere la Francia. Ieri mattina Libération ha pubblicato un articolo in cui si accusava l’ex primo ministro Edouard Balladur di avere ricevuto finanziamenti molto sospetti alla sua campagna presidenziale del 1995, legati addirittura all’attentato di Karachi del 2002 in cui morirono 14 persone tra cui 11 lavoratori francesi. E uno dei principali responsabili di quella campagna era un più giovane Sarkozy.
La ricostruzione dell’accusa – sostenuta da alcuni giornali e da un’inchiesta giudiziaria che finora ci aveva girato intorno senza stringere – è la seguente. La campagna presidenziale di Balladur sarebbe stata finanziata da una società navale per ottenere ulteriori commissioni per la vendita di sommergibili al Pakistan. Solo che Balladur, inopinatamente, quelle elezioni e perse, e vinse Chirac, che sospese quei contratti. La complessa rete di corruzione creata allo stesso scopo in Pakistan avrebbe quindi per ritorsione preparato e compiuto l’attentato, in cui una bomba era esplosa al passaggio dell’autobus che portava al lavoro di dipendenti del cantiere navale in cui si costruiva un sommergibile venduto al Pakistan. Era l’8 maggio 2002, tre giorni dopo la rielezione di Jacques Chirac
A suo tempo, la strage era stata attribuita al terrorismo islamista. I sospetti di una diversa versione si erano concretizzati l’estate scorsa quando alcuni giornali avevano pubblicato un rapporto segreto della Direzione dei Cantieri Navali in cui erano indicati i contorni della vicenda. Nicolas Sarkozy aveva allora definito “assurda” la ricostruzione: Sarkozy era stato ministro del bilancio al tempo dell’autorizzazione delle commesse.
La notizia di ieri è la pubblicazione da parte di Libération di alcuni documenti bancari che dimostrerebbero il passaggio di denaro connesso alla campagna Balladur. Il quale Balladur ha dettagliatamete negato la ricostruzione con una lunga lettera a Le Figaro anticipata ieri sul sito del quotidiano e contestata dai familiari delle vittime e da Libération a stretto giro: e ha chiesto di essere ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta sull’attentato.