La Cina ripensa l’obbligo del figlio unico
I cinesi saranno la metà di adesso alla fine del secolo, dice uno studio Californiano
È una legge così inconcepibile che molti nel mondo pensano si tratti di una leggenda contemporanea: quella che in Cina vieta alle coppie di partorire più di un figlio, per contenere i problemi legati alla sovrappopolazione. La legge invece esiste e riguarda le coppie che vivono nelle zone urbane, e conosce delle eccezioni (per alcune minoranze etniche o per i genitori a loro volta entrambi figli unici): fonti governative sostengono che riguarda il 39,5% delle coppie cinesi e che dal 1979, quando fu varata, ha limitato di 250 milioni di unità la potenziale crescita della popolazione. La legge viene fatta osservare attraverso un sistema di multe nei confronti delle violazioni: ma è anche responsabile di un grande numero di aborti e infanticidi.
Ma adesso — raccontava ieri l’Associated Press — la legge potrebbe essere ripensata e messa in discussione: la Cina soffre infatti le conseguenze di un’inversione di tendenza. Troppo pochi figli per un paese in forte crescita economica complessiva. I demografi prevedono che i cinesi arrivino ad essere un miliardo e 400 milioni nel 2026, per poi iniziare a diminuire. Secondo uno studioso californiano, la popolazione sarebbe addirittura dimezzata alla fine del secolo. E il governo cinese ha commissionato degli studi demografici che prendano in considerazione l’abolizione o l’applicazione più limitata della legge sul figlio unico, malgrado ufficialmente ne confermi la validità. Il problema è che le difficoltà economiche e la consuetudine con la legge hanno creato una cultura del figlio unico che non sparirebbe istantaneamente se il numero dei figli fosse liberalizzato. L’articolo della AP spiega che molti cinesi vedono un numero maggiore di figli come un problema e un costo troppo oneroso.