Un disco insieme per Nick Hornby e Ben Folds
L'autore di Alta Fedeltà ha scritto i testi, il pianista la musica
Nick Hornby e Ben Folds insieme per un disco. Nick Hornby è Nick Hornby: una serie di romanzi di successo e culto (e film tratti da) tra cui Alta fedeltà, quello che ha imposto l’inglese come lo scrittore per gli amanti della musica per eccellenza. In Italia poi di Hornby è stata puntualmente tradotta da Internazionale la rubrica di libri che teneva sulla rivista Believer, prima di chiuderla l’anno scorso. Ben Folds è meno famoso: cantautore pianista prima nei Ben Folds Five e ora in solitaria, spesso definito un moderno Elton John con un grande seguito di fan. Ovvero: non lo conoscono in tanti, ma chi lo conosce lo adora.
Morale della favola: un disco con le parole di Hornby e la musica di Folds è una cosa che manda in eccitata attesa una estesa comunità di appassionati. L’album dovrebbe venire pubblicato entro fine anno, e gli arrangiamenti saranno composti in collaborazione con Paul Buckmaster, che ha già lavorato con David Bowie, Elton John e Leonard Cohen. Paste Magazine intervista Folds a riguardo, e lui racconta tra l’altro queste cose.
Abbiamo fatto tutto via telefono e e-mail. Non siamo mai riusciti a essere nello stesso posto, a parte la prima notte in cui abbiamo deciso di farlo. Eravamo a casa sua per cena, abbiamo suonato il piano per un po’.
Lavoravo sui testi di Hornby e dovevo trovare un modo di lasciare spazio alle sue parole, senza distrarre troppo l’ascoltatore. Perché, davvero, se le leggi sono bellissime. L’ultima cosa che volevo era registrarle e poi rendermi conto che avrei preferito leggerle che ascoltarle. Probabilmente lui vende più libri dei miei dischi, e non voglio usare una cosa che sa fare e non migliorarla per niente. […] Più le linee melodiche sono semplici e più gli strumenti valorizzano le parole, che diventano così la cosa più importante.
È più o meno quello che succede con un amplificatore; se il volume della batteria è abbastanza alto, l’amplificatore ti serve solo ad alzare la voce del cantante. Io ho fatto la stessa cosa con le parole di Nick. Se i testi sono già abbastanza forti da soli, non hanno bisogno d’altro aiuto. Certo, dovevo mettere da parte l’egoismo, avrei potuto pensare “Bene, siamo io e Nick Hornby insieme, voglio essere sicuro che la gente si accorgerà della mia musica” oppure “Mi basta che le canzoni raccontino una storia”. E se qualcuno mi dice “Oddio, questa canzone mi ha commosso, ma cavolo quant’era noiosa la musica” per me va bene. È fantastico. Se hanno pianto, riso o si sono emozionati in qualche modo, io sono riuscito a fare quello che volevo fare.