Maroni chiede il Daspo per i giocatori. Ma c’è già
Il ministro degli interni propone il divieto di ingresso negli stadi anche per i calciatori violenti, dimenticandosi che c'è già
Questa mattina a Pistoia il ministro degli interni Roberto Maroni ha commentato gli episodi di violenza nel mondo del calcio proponendo di comminare il DASPO anche ai calciatori.
«Bisognerebbe pensare ad una forma di Daspo per questi giocatori per i quali l’etica è solo un optional e contano solo i soldi. Ho visto un giocatore esultare dopo una partita e un altro che gli dà un calcio, in mondovisione: sono esempi negativi».
Il DASPO – acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive – è un provvedimento che permette di vietare l’accesso al luogo in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive a persone ritenute pericolose. La dichiarazione di Maroni faceva evidentemente riferimento agli episodi di violenza incorsi la settimana scorsa al termine del derby romano, quando il calciatore della Lazio Radu ha dato inizio a una rissa facendo lo sgambetto a Simone Perrotta, che stava raggiungendo i suoi compagni per festeggiare la vittoria della Roma. La notizia ha fatto rapidamente il giro dei principali siti di notizie, e in molti hanno pensato e scritto che il ministro degli interni avesse intenzione di proporre per i calciatori l’introduzione di misure analoghe a quelle già utilizzate per i tifosi violenti.
Se il ministro Maroni vuole punire i giocatori per i quali “contano solo i soldi”, allora serve sicuramente una nuova norma (anche se si fa fatica a immaginarla). Se invece l’obiettivo è punire i calciatori violenti, come quelli responsabili del gesto che ha ricordato, allora non serve nessuna nuova misura. Nessuno ha notato infatti – a parte il segretario radicale Staderini – che il DASPO si applica già ai calciatori violenti, secondo le stesse regole e gli stessi principi che riguardano i tifosi.
Ci sono anche alcuni precedenti. Nel 2008 furono inflitti cinque anni di DASPO a tre calciatori dell’Adrano Calcio, allora in serie D: i tre erano responsabili di una rissa scoppiata al termine di una partita. Soltanto due mesi fa, poi, il DASPO è stato comminato a otto calciatori minorenni, anche loro protagonisti di una rissa.