Hawaii o Chicago per la biblioteca di Obama?
Obama deve decidere dove costruire la biblioteca presidenziale; la scelta porterà lustro e turismo alla città
Per un presidente statunitense decidere dove costruire la bibilioteca presidenziale a lui intitolata non è una formalità. La biblioteca di Bill Clinton diede nuova vita alla cittadina di Little Rock, in Arkansas; quella di Ronald Reagan porta oggi più di trecentomila visitatori all’anno a Simi Valley, in California. Fin dalla prima biblioteca presidenziale costruita da John Quincy Adams a Quincy, Massachusetts, è noto che la scelta porta lustro e turismo alle città. Ed è per questo che soprattutto nei luoghi interessati il dibattito è già vivace: Obama sceglierà Chicago o le Hawaii?
La convenzione direbbe Chicago, in Illinois, la città in cui Obama ha insegnato Diritto Costituzionale per 12 anni. La biblioteca, che conterrà documenti e oggetti sia ufficiali che personali della sua 44esima presidenza, potrebbe venire costruita nel campus dell’università della città. Ma nelle settimane scorse è intervenuto, com’era prevedibile, il governo delle Hawaii: lo stato in cui il presidente è nato e ha vissuto per tutta la sua adolescenza. Lo stato sta infatti preparando una delibera per chiedere che la biblioteca venga costruita sul proprio suolo, motivando la richiesta con il massiccio benefit di turismo e guadagno che le isole potrebbero ricavarne.
Chicago è abbastanza sicura di sé, ma l’appello delle Hawaii potrebbe spingere Obama a una decisione più innovativa e meno prevedibile: e la sua scelta a questo punto passerà meno inosservata. Nell’attesa qualcuno ha proposto una soluzione che possa accontentare tutti: la costruzione di due biblioteche, una estiva sulla riva del lago di Chicago e una invernale sulla spiaggia di Oahu.