Cade il governo, rischia di nuovo il Belgio?
I liberali lasciano il governo su una questione di distretti elettorali contesi tra fiamminghi e francofoni
Il partito liberale fiammingo Open VLD ha ritirato l’appoggio al governo belga guidato dal Cristiano Democratici Yves Leterme, in carica dallo scorso novembre dopo un difficilissimo periodo di vacanza del potere politico che aveva fatto temere una scissione tra francofoni e fiamminghi. Leterme vedrà oggi il re che deciderà se sciogliere il governo, e per Leterme sarebbe il terzo fallimento rapidissimo dell’esperienza di primo ministro (la prima volta non formò neppure il governo)
Alexander de Croo, leader dei liberali, ha abbandonato la maggioranza al culmine di una tensione intensissima che andava avanti da giorni sul caso BHV, una questione di confini delle circoscrizioni elettorali tra francofoni e fiamminghi. Il caso – che prende il nome dall’area di Bruxelles che ha come sigla BHV (Brussel-Halle-Vilvoorde) – si trascina da anni e ha già creato altre crisi: riguarda una sentenza della Corte Costituzionale che ha criticato la composizione del distretto elettorale, in cui si vota per regioni diverse, una francofona e una fiamminga. Le soluzioni di ridisegno prospettate dal governo scontentano l’una o l’altra comunità, rispetto alle conseguenze che avrebbero in termini di risultati elettorali. Open VLF contesta che non si vada subito a un voto del parlamento per una divisione del distretto molto contestata e temuta dai partiti francofoni.
La maggioranza di Leterme esisterebbe anche senza i liberali, ma per appena un voto. Proprio oggi era attesissimo in tutta Europa il voto del parlamento su una legge che vieterebbe il velo integrale alle donne musulmane, ma a questo punto la questione slitterà. Leterme offrirà le sue dimissioni al Re e il Re deciderà cosa fare: ma potete stare tranquilli che si ricomincerà subito a parlare di scissione del Belgio.
—
Bhv, l’eterna polveriera, Presseurop, 22 aprile 2010