Auditorium della Conciliazione, dalle 10 in poi
Il Corriere apre la prima pagina con un'intervista a Schifani
La DirNaz del Pdl commentata su Friendfeed col Post.
Che sarà una giornata ansiogena dal punto di vista dell’informazione politica ce lo dice già la festa di virgolettati veri, falsi e presunti sui giornali di stamattina. Ovunque va forte questa “Correnti metastasi dei partiti” (qualcuno l’ha trasformata in “cancro” per ragioni di spazio nella titolazione) che ieri Berlusconi ha usato con una certa efficacia contro Fini: l’aveva detto infatti lo stesso Fini all’Assemblea di AN nel 2005. “Gianfranco? Solo un ospite” è stampato in corpo centomila da Libero a pagina due. La Stampa però ha un “Non mi può ammazzare” attribuito a Fini e sfuggito agli altri. Il Giornale poi supera tutti e pubblica persino un “dialogo immaginario” tra Berlusconi e Fini.
Tra i tre quotidiani maggiori però, solo sul Corriere la mattinata del PdL ha più spazio dei cambiamenti in Fiat: grazie a un’intervista a Schifani (mica Philip Roth) che sfida Fini a “lasciare la presidenze ed entrare nel Governo”. Schifani spiega subito a Francesco Verderami che mantiene con Fini “un ottimo rapporto personale e istituzionale”. Molto bene.
Il Giornale e Libero la mettono come se fossero al bar, secondo lo stile editoriale consolidato. “Basta liti, andate a lavorare” è l’equidistante – per una volta – invito del primo (ma il sommario accusa i finiani di essere andati in tv mentre la maggioranza veniva battuta in parlamento), mentre il secondo si limita a un “Fini allo spiedo”, e definisce questa opprimente giornata di fumo addirittura “Il giorno più lungo”. Forse c’entra che ne parlano per tutte le prime nove pagine.
Il Fatto la chiama “La resa dei conti nel PdL”, e la “direzione decisiva”, ma in una pagina se la leva di torno.
La Direzione Nazionale di oggi “sarà di fatto come un congresso”, dice Denis Verdini. Secondo Repubblica, che lo fa commentare direttamente a Berlusconi (“parlerà nello spazio riservato ai cofondatori del PdL dopo Gianfranco Rotondi e Carlo Giovanardi”) l’organizzazione è programmata per “umiliare” Fini (che comunque parlerà la mattina). Ma si legge tra le righe soprattutto l’ansia del cronista che sarà costretto a sorbirsi Rotondi e Giovanardi nell’attesa dell’esibizione principale. E poi si cercherà “un voto che sconfessi in maniera plateale la fronda interna”. Ancora Repubblica riferisce che i 75 firmatari del documento pro Fini (“20 l’hanno già mollato”, secondo Libero) sarebbero stati sgridati ieri da Alemanno, La Russa e Gasparri (pensa tu la scena), e che Berlusconi avrebbe telefonato a Bocchino vietandogli di partecipare a Ballarò. Altro virgolettato ricostruito, una specie di intercettazione: “Tu in trasmissione non devi andare” eccetera. Segue risposta virgolettata di Bocchino. Tra tutti, il testo divertente è quello attribuito a La Russa: “Nemmeno nel PD, dove si odiano, mandano in tv uno della maggioranza e uno dell’opposizione”.
Il Giornale ha un utile schemino con mappa a colori che indica l’orario di inizio della DirNaz (le 10 del mattino) e la posizione dell’Auditorium della Conciliazione, per chi volesse raggiungerlo e farsi delle foto appoggiato alle auto blu, o solo per alleggerire un po’ le gride pagine sul tema. È l’unica maniera, la imitiamo. I coordinatori faranno “brevi interventi”, i ministri avranno dieci minuti, Fini e Berlusconi no limits.
L’Unità ha solo due pagine, e non prima della 16, sull’evento che metterà in tensione l’intero paese (gente attaccata alle radioline nei luoghi di lavoro), ma lo stesso pubblica un pezzo indicato come “Il retroscena”. Si parla di Pisanu arrabbiato per essere stato associato ai finiani: all’Unità Pisanu piace, è “l’ex democristiano di razza” ed è “cristallino”, “perfettamente in linea, come si diceva”. E “preannuncia senza dirlo che la propria convergenza sarà esplicita”. Boh, forse roba di gommisti.
In prima pagina Repubblica ha un “wishful commento” di Curzio Maltese che attacca all’inizio “gli zelanti cortigiani del Cavaliere che hanno organizzato un “pestaggio mediatico” contro Fini, e si chiude con uno speranzoso “ma in futuro i rapporti di forza possono cambiare”. Hai visto mai. Sul Giornale, un pezzo di Francescostorace intitolato “L’ex capo di An ha distrutto tutto” (avremmo scritto “un sogno”).
I conti dicono che dei 171 della DirNaz del PdL, i finiani sarebbero “un paio di decine”. Ci saranno molti iscritti a parlare, e poi vedremo se Fini partorirà una montagna o un topolino. Il roditore è favorito, al momento.