Il sindaco di Civitavecchia chiude la centrale Enel dopo la morte di Capitani
Per garantire un reddito ai lavoratori verrà usata la cassa integrazione
Il sindaco di Civitavecchia Giovanni Moscherini ha deciso di chiudere la centrale Enel “per il tempo necessario a fare chiarezza definitiva su quanto accaduto”, una presa di responsabilità dovuta ma non comune rispetto al tema morti bianche. Di fronte agli operai della centrale riuniti in consiglio comunale, il sindaco ha annunciato che la centrale di Torrevaldaliga nord rimarrà chiusa a tempo indeterminato, in seguito alla morte dell’addetto alla manutanzione Sergio Capitani. Già da domattina si inizierà a lavorare per istituire un organismo di controllo. Perché “tre morti in tre anni sono troppi”.
I controlli saranno divisi in due fasi, una “a freddo”, a centrale chiusa, e una “a caldo”, nei primi giorni in cui la centrale verrà riaperta. L’ordinanza, come spiegato dal sindaco, è stata approvata dai presidente della provincia di Viterbo e dai rappresentanti della provincia di Roma. In accordo con i sindacati, per garantire un reddito ai lavoratori nei giorni di chiusura della centrale di Torrevaldaliga nord verranno usati ammortizzatori sociali come la cassa integrazione.
Parallelamente, l’Enel ha avviato un’indagine intera per determinare le cause dell’accaduto. La morte di Capitani, operaio della ditta esterna Guerrucci, non sarebbe dovuta a uno scoppio come inizialmente ipotizzato, ma alla fuoriuscita improvvisa di acqua e ammoniaca da una tubazione, che avrebbe colpito Capitani facendogli sbattere la testa contro un palo. Giovedì 8 aprile è prevista l’autopsia, dalla quale potrebbero emergere nuovi indizi utili a stabilire le colpe dell’accaduto.
Questa mattina è intanto iniziato lo sciopero di otto ore degli operai delle ditte appaltatrici, di cui faceva parte anche Capitani, indetto dalle segreterie territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per chiedere più sicurezza sul lavoro.