Per Bonami la torre di Kapoor è “priapica”
"Temo che rappresenterà solo un ennesimo segno di quel Viagra urbanistico al quale i politici delle città ricorrono per sentirsi potenti "
Francesco Bonami, il più importante critico d’arte italiano, curatore della Biennale del Whitney Museum, oggi sul Riformista stronca il progetto della torre di 115 metri presentato nei giorni scorsi per le olimpiadi londinesi del 2012 e firmato dall’artista angloindiano Anish Kapoor.
“Se a Kapoor non manca lo spirito di conquista sicuramente manca il coraggio del visionario. Il suo ego è priapico più che erotico e la sua attitudine verso l’arte quasi Bossiana, nel senso del celodurismo. Infatti la sua torre è sicuramente alta ma non certo innovativa o utopica. Si potrebbe proprio dire che è una Torre Eiffel guggenheimizzata”
Kapoor, che ha 56 anni ed è nato a Bombay, è famoso soprattutto per la porta-nuvola di Chicago e lo specchio che riflette il cielo al Rockefeller Center di New York. La torre – ArcelorMittal Orbit: prende il nome dal suo sponsor, l’industriale dell’acciaio Lakshmi Mittal – sarà costruita nell’East End, nei pressi del quartiere olimpico. Ma secondo Bonami “il rischio è che Anish rimanga in quel fangoso guado a metà tra la vera arte e la vera architettura”.
“ArcelorMittal Orbit, difficile già da ricordare e da pronunciare, temo che rappresenterà solo un ennesimo segno di quel Viagra urbanistico al quale i politici delle città ricorrono per sentirsi potenti anche quando non lo sono più”
Tre giorni fa la scultura aveva incassato anche la stroncatura di Tom Dyckhoff, il critico del Times, che l’aveva definita “un bel regalo per i tabloid”.
“Fantastico. Proprio quello di cui Londra aveva bisogno, un enorme scarabocchio”