Servizi segreti sauditi sventano piano terroristico
L'obiettivo erano degli impianti petrolifici nell'est dell'Arabia, confiscate armi e cinture esplosive
I servizi segreti dell’Arabia Saudita hanno arrestato 113 militanti sospettati di avere rapporti con Al-Qaeda, in una delle più grandi ed efficienti operazioni condotte dall’intelligence saudita. Un portavoce del ministro dell’interno ha dichiarato che gli arrestati erano divisi in tre diversi gruppi: una rete terroristica di 101 militanti e due cellule kamikaze composte in totale da 12 uomini.
I gruppi stavano lavorando separatamente a piani per distruggere impianti petroliferi e altre infrastrutture non ancora identificate nella zona est dell’Arabia Saudita, il maggior esportatore di petrolio al mondo.
Oltre a 47 cittadini sauditi, dei tre gruppi facevano parte molti stranieri introdotti illegalmente sul territorio, provenienti da Somalia, Eritrea, Bangladesh e soprattutto Yemen. Quasi tutti gli arresti sono stati infatti effettuati a Jazan, nel sud del Paese, vicino al confine con lo Yemen. E yemenita è anche il militante arrestato che gli ufficiali di sicurezza descrivono come membro di punta di Al-Qaeda. Gli stessi ufficiali riportano d’aver confiscato diverse cinture esplosive, di solito usate per attacchi suicidi, oltre a armi, documenti e computer.