Casapound e i fascisti del terzo millennio
Oggi il sito di Casapound ha in home page l’immagine di una rosa rossa a terra e una scritta: “Nel Dna di Casapound non è contemplata la xenofobia”. È piuttosto vero, credo. In questo momento è forse impopolare quello che dico, ma Casapound è in effetti un’organizzazione diversa dalle altre nel panorama della destra radicale italiana (e loro rifiutano anche di essere collocati all’interno della destra radicale). È un fatto che Gianluca Casseri, lo stragista-suicida di Firenze, fosse un iscritto a Casapound, ma è anche vero che mai Casapound ha lanciato campagne contro l’immigrazione. Nelle varie manifestazioni che rimbalzano da anni in Italia contro i campi nomadi, le bandiere di Casapound non si vedono. Per dirla tutta, sono molto più presenti slogan xenofobi in un partito istituzionale e per anni al governo come la Lega che in un’organizzazione come Casapound. Né tantomeno, dai suoi militanti, si ascoltano deliranti proclami sulla supremazia bianca o sulla difesa della razza.
È un movimento in forte crescita Casapound, che ha sottratto spazio ad altre organizzazioni di destra ma che va anche a incalzare la sinistra radicale. Casapound si muove su quel terreno, aprendo centri sociali di destra. Le battaglie sono quelle contro Equitalia e per il diritto alla casa, per la sicurezza sul lavoro, contro la riforma Gelmini. Sulla stessa traccia le battaglie culturali: due anni fa assaltarono goliardicamente la sede dove si svolgeva il casting del Grande Fratello. Non nascondono la loro simpatia per Che Guevara o Pier Paolo Pasolini. Hanno messo anche in piedi progetti di solidarietà, in Italia e all’estero. L’idea, più volte enunciata, è quella di un superamento del conflitto destra-sinistra. Anche se poi, con un contraddizione evidente, uno dei giovani dirigenti di Casapound è in carcere, a Roma, con l’accusa di aver aggredito, assieme ad altri, tre militanti del Pd. Si definiscono “fascisti del terzo millennio”, quelli di Casapound, la loro è un’organizzazione laica, dicono di voler andare avanti, di non voler restare legati al passato.
Gianluca Casseri era però uno che nel passato ci viveva, legato alla più radicata tradizione della destra. Aveva scritto anche un saggio, “Frodo Baggins, l’eroe che non ha fallito”. Parlava di Tolkien ma anche di “dominio ebraico”, con tesi apertamente razziste. Anche questo, l’antisemitismo, è lontano da Casapound. Più facile trovare tesi antisemite in un’altra organizzazione, Forza Nuova, che si trova all’estremo opposto della destra radicale. FN è inquadrata, chiusa, un apparato. Quelli di Forza Nuova sono integralisti cattolici, tutti Dio Patria e Famiglia, radicati nel loro odio contro tutto ciò che è di sinistra. Il loro inno mette i brividi, i loro slogan pure. Si ispirano a Corneliu Codreanu che in Romania, negli anni Trenta, fondò la Guardia di Ferro, paranazista.
Nei mesi scorsi si parlò anche di scontri fisici, a Milano, tra quelli di Casapound e Forza Nuova. Scontri però smentiti dalle due organizzazioni.
Non sono certo solo Casapound e Forza Nuova le organizzazioni attive nelle destra estrema. A Roma questa mattina sono stati arrestati cinque militanti di Militia, un gruppo apertamente antisemita. Sono accusati di associazione per delinquere, violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico, apologia del fascismo, deturpamento di cose altrui, procurato allarme e minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti. C’è poi molto altro, gruppi e gruppuscoli con militanti che passano da un’organizzazione all’altra e che poi magari finiscono nella destra istituzionale: a Milano alcuni giovani dirigenti del Pdl provengono da Forza Nuova e mantengono contatti costanti “elettorali” con la destra radicale.
È un magma complesso quello dell’estrema destra (per capirci qualcosa c’è il sito di Ugo Maria Tassinari, Fascinazione) in cui Casapound è in forte ascesa e vuole marcare le sue differenze. Certo, quando poi nelle interviste chiedono a Gianluca Iannone, fondatore di Casapound, che cosa pensi di Benito Mussolini, lui risponde che è stato il più grande statista della storia d’Italia. E questo lo dicono anche tutti gli altri militanti della destra radicale italiana (e forse non solo quelli della destra radicale).