Gini e il suo coefficiente

È buffo pensare che per scoprire che oggi è il cinquantenario della morte di Corrado Gini ho dovuto leggere il sito della BBC: un altro piccolo esempio dell’importanza delle materie scientifiche nei media italiani. La storia di Gini è molto interessante, tra l’altro: professore universitario a ventisei anni, è stato l’unico statistico italiano ad aderire al manifesto fascista gentiliano del 1925, e con ogni probabilità è stato colui che fornì a Mussolini le competenze di base per le campagne demografiche fasciste: in cambio, quando nel 1926 il regime fondò l’Istituto centrale di statistica (il futuro ISTAT), Gini ne divenne il primo direttore. È interessante anche notare che Gini presiedette la Società Italiana di Statistica dal 1941 al 1945… e dal 1949 alla sua morte, avvenuta appunto nel 1965. Non è l’unico caso di matematico fascista che ha continuato la carriera nel dopoguerra: mi viene in mente per esempio Mauro Picone, pur tra tutti i distinguo possibili (vedi qua e qua per un’idea di cosa ha fatto). Ma non ho abbastanza competenze per parlare di politica, e passo quindi all’economia, dove ci capisco comunque poco ma almeno un po’ di matematica ogni tanto c’è.

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Maurizio Codogno

Matematto divagatore; beatlesiano e tuttologo at large. Scrivo libri (trovi l'elenco qui) per raccontare le cose che a scuola non vi vogliono dire, perché altrimenti potreste apprezzare la matematica.