Il giro di Makkox
In questa imminente crisi di governo, si è inserito un elemento eccentrico: il disegno. E un fumettista. Dopo i tg della sera, dovreste ormai saperlo tutti – ma facciamo lo stesso un riassuntino.
Il Ministro Calderoli, l’altroieri, dopo la sconfitta della Ferrari al Mondiale di Formula1, ha attaccato Luca Cordero – figura di riferimento per il dibattito (in parte fantapolitico) sulla costruzione di un Terzo Polo – chiedendogli di dimettersi. Montezemolo ha aspettato un giorno, rispondendo ieri con un comunicato e, contestualmente, ripubblicando sul sito web della sua Fondazione ItaliaFutura un disegno.
Si tratta di una vignetta di Makkox, fumettista già anima di progetti come Coreingrapho e Canemucco, da qualche settimana collaboratore del Post, per cui era stata realizzata. La vignetta originale, pubblicata domenica sera, prende in giro il ministro con una acuta allusione alle similitudini tra il fallimento Ferrari e quello della maggioranza, ma anche con un uppercut satirico canonico (dandogli dell’imbecille – più precisamente: coglione): quest’ultimo un messaggio chiaro, buono per i giornali che hanno presto rilanciato i toni anti-Lega del disegno citato da ItaliaFutura (confermo almeno Tg2 e La7, con quest’ultimo che ha citato il nome dell’autore).
Nella serata di ieri, dopo l’esplodere del caso Calderoli/Montezemolo, Makkox ha pensato di chiudere il cerchio, con una nuova vignetta in cui mette in scena Luca Cordero, atteggiato a presunto autore della prima vignetta, e in piena ostentazione di understatement per la riuscita del disegno.
Una piccola vicenda autoreferenziale tra media-che-se-la-raccontano, quindi, ma in cui è possibile cogliere – almeno per me, che di disegno mi occupo – un paio di aspetti interessanti.
Il primo è l’evidente consapevolezza, da parte dei media, del ruolo che il disegno satirico riesce ancora a esercitare nel nostro paese, come linguaggio della satira e di una derisione politica in grado di generare discorsi ed ‘effetti’ culturali. Nel momento di picco di attenzione verso le convulse manovre al “centro”, un singolo editorial cartoon riesce ad attrarre l’attenzione di un soggetto centrale nell’arena politica (Cordero), e a costituire un elemento notiziabile persino nel prime time televisivo, dove la vignetta è considerata un linguaggio generalmente alieno, legato alle tradizioni – magari salottiere ed elitarie – della stampa.
Il secondo è la conferma del talento di un autore (Makkox) il cui istinto da ‘animale da disegno’ ben rappresenta, nella reattività della seconda vignetta, la capacità di auto-riflettere – sulle proprie forme e pratiche creative nel flusso della Rete – che il cartooning è in grado di esprimere, quando ben dominato. Il vecchio linguaggio del disegno, nel nuovo ambiente digitale, pare dare segnali di discreta salute: alla faccia della crisi di vendite per vignette o fumetti on paper (Forattini e Manara che non tirano più, Disney che annaspa, Dylan Dog che se la cava) che ancora diffidano della Rete, non riconoscendo che qui intorno c’è un nuovo terreno, e piuttosto fertile – anche se l’inchiostro non macchia più le dita.