domenica 7 Dicembre 2025
Un altro articolo del quotidiano francese Le Monde aveva raccontato due settimane fa il potere che il ricchissimo imprenditore francese Vincent Bolloré ha accumulato nel sistema dell’informazione del suo paese.
Bolloré entrò nella società di famiglia nel 1981 e divenne erede della cartiera Bolloré, di cui faceva parte tra le altre cose l’azienda OCB, nota per la produzione di carta da sigarette. Dal suo ingresso ampliò gradualmente le attività della società, estendendole ai trasporti e alla logistica, alla pubblicità, fino ai media. Oggi controlla o detiene canali televisivi, stazioni radiofoniche, riviste e siti web di notizie e intrattenimento. La sua prima attività nei media fu l’apertura del canale televisivo Direct 8 (nel 2005), che trasmetteva dibattiti in diretta, rapidamente evolutosi verso un palinsesto più classico, includendo anche cinema e programmi di intrattenimento.
Nel 2011 Bolloré cedette parte delle sue attività audiovisive alla società di telecomunicazioni Vivendi, entrando a sua volta nella società. Bolloré è infatti noto per la sua attitudine a costruire e consolidare il potere in grandi aziende attraverso acquisizioni e aumenti graduali. Il suo approccio a Vivendi ne è un esempio: da piccolo azionista di minoranza con l’1,1% arrivò al 29,9% nel 2023. Attraverso Vivendi, Bolloré coordina e controlla tutti i mezzi di informazione del gruppo.
Nel 2020, approfittando del basso prezzo delle azioni dovuto alla pandemia, Vivendi acquisì una partecipazione in Lagardère (uno dei principali gruppi editoriali e mediatici francesi), assumendone di fatto il pieno controllo. Lagardère possedeva il principale editore francese, Hachette, e testate giornalistiche come Europe 1, Le Journal du Dimanche e Paris Match. Contemporaneamente Vivendi acquistò il principale editore di riviste in Francia, Prisma Media, e le sue 20 testate (tra cui Voici, Gala, Capital, Femme Actuelle). Per farlo vendette Editis (il secondo gruppo editoriale francese) e Gala, per via delle leggi europee sulla concorrenza che limitano l’eccessiva concentrazione all’interno dello stesso settore.
Con ogni acquisizione nuova, spiega Le Monde, Bolloré attua una serie di cambiamenti: il cambio di linea editoriale che diventa conservatrice; la nomina di suoi vicini e fidati collaboratori a ricoprire cariche strategiche. Questo comporta spesso numerose dimissioni dalle redazioni interessate e il reclutamento di nuovi giornalisti che lavorano per testate altrettanto conservatrici per guidare i suoi nuovi progetti mediatici. Le redazioni del gruppo Bolloré sono redazioni integrate, in cui i giornalisti lavorano per più media dello stesso gruppo. Le informazioni così si amplificano, dando la percezione che il tema che Bolloré vuole promuovere sia centrale, presente e rilevante.