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  • Mercoledì 4 settembre 2024

Cosa vuole dire Kamala Harris con i suoi vestiti

Per diventare la prima presidente americana deve anche vestirne i panni: per questo le sue scelte sono spesso noiose

Kamala Harris alla Convention del Partito Democratico a Chicago, Illinois, 22 agosto 2024
(Chip Somodevilla/Getty Images)
Kamala Harris alla Convention del Partito Democratico a Chicago, Illinois, 22 agosto 2024 (Chip Somodevilla/Getty Images)

Da candidata Democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris ha una sfida in più rispetto al suo rivale Repubblicano Donald Trump: scegliere accuratamente i propri vestiti. È un compito che, volente o nolente, le è richiesto in quanto donna, perché da sempre le donne sono esaminate attentamente per come si vestono, tanto più se ricoprono o vogliono ricoprire un ruolo di potere.

Mentre gli uomini ricorrono alla stessa uniforme da duecento anni – il completo scuro con giacca e cravatta, ereditato dalla borghesia ottocentesca – le donne se la devono inventare da quando sono entrate negli stessi luoghi di lavoro degli uomini. Per essere prese sul serio non devono apparire troppo frivole o desiderose di piacere ma nemmeno troppo sciatte: uno studio citato dal New York Times ha scoperto che elettrici ed elettori americani sono indulgenti se un candidato maschio ha un colletto spiegazzato o i capelli fuori posto, mentre se è una candidata la associano subito a un’idea di trascuratezza generale.

La soluzione, per molte, è stata adottare la divisa maschile, cioè il completo pantalone, colorandola in toni pastello o molto vivaci per dare un’idea di femminilità. La più nota indossatrice del genere è stata Hillary Clinton, che su X (ex Twitter) si era definita “pantsuit aficionado” (pantsuit indica il completo pantalone indossato dalle donne), una soluzione pratica in linea con il suo scarso interesse per i vestiti (per cui era stata sempre criticata, come quando si legava i capelli con un elastico scrunchie anziché perdere tempo a farsi una messa in piega).

(Dall’account Instagram Hillaryscrunchies)

Indossano spesso pantsuit anche Nancy Pelosi, la donna più potente della politica americana, e l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre altre capi di stato e di governo di epoche precedenti preferivano il più femminile completo con giacca e gonna sotto il ginocchio, come le britanniche Margaret Thatcher, Theresa May e la regina Elisabetta II. Il completo da uomo tradotto su un corpo femminile è anche la divisa delle politiche italiane, perlomeno nei momenti formali, come si vede anche nel cambio di stile di Giorgia Meloni da quando è presidente del Consiglio: i jeans, le scarpe da ginnastica e le giacche di pelle sono state sostituite da completi sartoriali e camicie in seta dai colori luminosi.

Altre donne in posizioni importanti hanno usato gli abiti per raccontare la propria storia o per mandare un messaggio: per esempio le first lady indossano spesso marchi americani, per promuoverli o esprimere patriottismo, e quando sono in visita ufficiale in un paese straniero scelgono un marchio locale come omaggio. Internet ha rafforzato questo meccanismo consentendo di far conoscere a milioni di persone i vestiti e i marchi indossati anche dalle donne di potere (comprese principesse e regine come Kate Middleton e Letizia di Spagna), i cui capi più accessibili vengono rapidamente esauriti sui siti che li vendono: è il motivo per cui Michelle Obama ha indossato spesso abiti di stilisti afroamericani emergenti.

– Leggi anche: Il giornalismo e il racconto dei vestiti delle persone

Vestirsi con un messaggio può anche avere conseguenze più profonde, come dimostra una scelta di Clinton così azzeccata e potente da influenzare il modo di vestire delle politiche americane per gli anni a seguire.

Alla convention del Partito Democratico del 2016, tenutasi a Philadelphia, Pennsylvania, accettò la nomination alla candidatura presidenziale vestita con completo pantalone bianco di Ralph Lauren, il colore ufficiale delle suffragiste e del National Woman’s Party (l’organizzazione politica fondata nel 1916 negli Stati Uniti per chiedere il diritto di voto alle donne). Clinton si presentava in opposizione al notoriamente misogino Trump, l’altro candidato, e sottolineava che la sua eventuale elezione sarebbe stata un traguardo per tutte le donne.

Una foto di Hillary Clinton con il famoso completo bianco, in cui accetta la candidatura dei Democratici alla presidenza, Philadelphia, Pennsylvania, 28 luglio 2016(Aaron P. Bernstein/Getty Images)

Hillary Clinton accetta la candidatura dei Democratici alla presidenza, Philadelphia, Pennsylvania, 28 luglio 2016 (Aaron P. Bernstein/Getty Images)

Ricordava anche il completo bianco indossato 32 anni prima da Geraldine Ferraro, la prima candidata alla vicepresidenza, per accettare la nomination nel 1984 e aveva un significato simbolico evidente.

Una foto di Geraldine Ferraro, vestita di bianco, mentre accetta la candidatura alla vicepresidenza alla Convention del Partito Democratico, San Francisco, California, 19 luglio 1984

Geraldine Ferraro, vestita di bianco, accetta la candidatura alla vicepresidenza alla convention del Partito Democratico, San Francisco, California, 19 luglio 1984 (AP Photo)

Da allora il bianco è stato indossato da politiche Democratiche, ma anche da conduttrici televisive, giornaliste, donne di spettacolo e la stessa Harris si vestì con un abito bianco della stilista americana Carolina Herrera per presentarsi agli elettori dopo l’annuncio della vittoria.

Una foto di Kamala Harris vestita di bianco in onore delle sufraggette, dopo l'annuncio dell'elezione di Joe Biden alla presidenza, Wilmington, Delaware, 7 novembre 2020

Kamala Harris vestita di bianco in Carolina Herrera dopo l’annuncio dell’elezione di Joe Biden alla presidenza, Wilmington, Delaware, 7 novembre 2020 (Tasos Katopodis/Getty Images)

Anche alla convention del Partito Democratico di quest’anno, tenutasi ad agosto a Chicago, Illinois, molte donne erano vestite di bianco e ci si chiedeva se Harris l’avrebbe indossato per il discorso con cui avrebbe accettato la nomination alla presidenza. Invece ha fatto una scelta molto diversa e, ha scritto la critica di moda del New York Times Vanessa Friedman, «ha probabilmente portato quel particolare momento storico alla fine. Come ha detto nel suo discorso, era tempo di “tracciare una nuova strada da seguire” e si è vestita di conseguenza».

Una foto di Kamala Harris con il vestito blu di Chloé alla convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 22 agosto 2024(AP Photo/J. Scott Applewhite)

Kamala Harris con il vestito blu di Chloé alla convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 22 agosto 2024 (AP Photo/J. Scott Applewhite)

Harris ha indossato un completo giacca e pantalone color blu navy, blu scuro, con una camicia di seta sempre blu allacciata al collo con un fiocco, un modo di vestire che negli ultimi quattro anni è diventata la sua divisa personale. Il completo, dalle spalle larghe e dai pantaloni larghi in fondo, è stato fatto su misura da Chloé, un marchio di lusso francese che da quest’anno è diretto da Chemena Kamali, una stilista tedesca che ha disegnato la prima collezione con un gusto bohemienne e intellettuale che è piaciuto molto.

La scelta di non farsi vestire da uno stilista americano è stata la più criticata perché dai tempi del primo presidente americano George Washington, i presidenti e le First Lady indossano quasi sempre marchi statunitensi nelle occasioni importanti. Può essere che Harris abbia deciso di farsi vestire da un’azienda guidata da donne e pensata per le donne o forse che volesse semplicemente sentirsi a proprio agio, come farebbe un uomo.

Ufficialmente Kamala Harris si è vestita tre volte in Chloé: due alla convention dei Democratici ad agosto e prima per una cena di stato alla Casa Bianca in onore del presidente del Kenya William Ruto e sua moglie Rachel Ruto, 23 maggio 2024. Era un abito con mantella verde, come si vede in questa foto insieme al marito Doug Emhoff(Tasos Katopodis/Getty Images)

Ufficialmente Kamala Harris si è vestita tre volte in Chloé: due alla convention dei Democratici ad agosto e prima per una cena di stato alla Casa Bianca in onore del presidente del Kenya William Ruto e di sua moglie Rachel Ruto, il 23 maggio 2024. Era un abito con mantella verde, come si vede in questa foto insieme al marito Doug Emhoff (Tasos Katopodis/Getty Images)

È lo stesso motivo per cui ha accettato la presidenza vestita di blu anziché di bianco: è il colore con cui si vestono tradizionalmente gli uomini al potere ed è anche il colore della divisa del “commander in chief” (comandante in capo), cioè il capo delle forze armate americane, un altro ruolo del presidente negli Stati Uniti. Harris non voleva presentarsi come l’eroina finale di una lunga battaglia femminista ma come la presidente di tutte e tutti, sottolineando la sua competenza e la sua capacità di portare a termine il lavoro; non voleva raccontare la sua storia di donna di origine asiatica e afroamericana ma convincere della sua efficienza. Anche per questo potrebbe aver scelto una stilista europea e non uno americano, evitando così di sottolineare l’appartenenza a un’America anziché a un’altra: bianca e tradizionale, nera o asiatica.

Ultimamente infatti indossa raramente stilisti emergenti neri che aveva scelto nei momenti importanti della vicepresidenza, come Pyer Moss, Sergio Hudson, che le fece il completo blu per il ritratto ufficiale da vicepresidente, e Christopher John Rogers, quello dell’abito e cappotto viola (colore simbolo dell’Unione americana) per il giorno del giuramento del 2021.

Una foto di Kamala Harris e del marito Doug Emhoff alla cerimonia di insediamento, quando ha giuramento da vice-presidente, Washington DC, 20 gennaio 2021. Indossava un abito viola dello stilista afroamericano Christopher John Rogers

Kamala Harris e il marito Doug Emhoff alla cerimonia di insediamento, quando giurò da vicepresidente, a Washington DC, il 20 gennaio 2021. Indossava un abito viola dello stilista afroamericano Christopher John Rogers (Rob Carr/Getty Images)

Come ha scritto il sito di moda Vogue, Harris «sta mettendo lo stile sopra l’etichetta» e sta cercando di evitare che qualsiasi cosa indossi si traduca in un racconto: «eliminando la politica identitaria dalle sue scelte sartoriali, elimina del tutto la componente giornalistica».

Una foto di Kamala Harris con il marito Doug Emhoff a una cena di stato alla Casa Bianca, 10 aprile 2024. Harris è vestita co un abito del marchio italiano Valentino: negli ultimi mesi ha indossato spesso aziende di lusso europee(Tasos Katopodis/Getty Images)

Kamala Harris con il marito Doug Emhoff a una cena di stato alla Casa Bianca, il 10 aprile 2024. Harris è vestita con un abito del marchio italiano Valentino: negli ultimi mesi ha indossato spesso aziende di lusso europee (Tasos Katopodis/Getty Images)

Da quando è candidata presidente, le sue scelte stilistiche sono state poco sorprendenti e in linea con quelle da vicepresidente, per ricordare che era stata convocata per il bene della nazione e non per sua ambizione personale: come ha scritto Friedman in un articolo intitolato “Kamala Harris si sta vestendo per diventare presidente”, il suo stile era l’unica cosa non eccitante della sua candidatura, ma era «sobrio, deferente, un po’ noioso».

Ha anche abbandonato l’abbigliamento informale del 2020, quando abbinava spesso giacche e sneaker, soprattutto il modello Chuck Taylor del marchio Converse, che aveva anche sulla copertina di Vogue: quell’immagine troppo sbarazzina fu criticata e la rivista fece subito uscire una copertina digitale dove Harris indossava un completo azzurro dello stilista americano Michael Kors.

Kamala Harris sulla copertina di <em>Vogue</em> del febbraio 2021.Il ritratto fu scattatto dal fotografo Tyler Mitchell (Vogue)

Kamala Harris sulla copertina di Vogue del febbraio 2021. Il ritratto fu scattato dal fotografo Tyler Mitchell (Vogue)

Di quei tempi, invece, sono rimaste le perle, il simbolo di Alpha Kappa Alpha, la prima confraternita di donne nere fondata alla Howard University, a cui Harris è molto legata.

Una foto di Kamala Harris in giacca, maglietta e sneaker, a un evento di campagna elettorale a Orlando, in Florida, 19 ottobre 2020(Octavio Jones/Getty Images)

Kamala Harris in giacca, maglietta e sneaker, a un evento di campagna elettorale a Orlando, in Florida, il 19 ottobre 2020 (Octavio Jones/Getty Images)

Per tutto questo, uno dei pochi momenti in cui il suo stile è stato divertente è avvenuto il primo giorno della convention, quando Harris si è presentata con un completo giacca pantalone di Chloé, identico a quello blu, in tinte chiare.

Una foto di Kamala Harris con il completo chiaro di Chloé il primo giorno della convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 19 agosto 2024

Kamala Harris con il completo chiaro di Chloé il primo giorno della convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 19 agosto 2024 (Chip Somodevilla/Getty Images)

Mentre Harris spiccava sorridente dagli spalti circondata da abiti scuri, tutti ripensavano alla famigerata tan suit (cioè un completo beige chiaro) indossata dall’allora presidente Barack Obama nel 2014, in una conferenza stampa dopo un attentato dell’ISIS (lo Stato Islamico) in Siria. La scelta venne molto criticata dai Repubblicani perché i colori chiari erano considerati troppo informali e poco rispettosi dell’occasione (Obama scherzò poi sul fatto che quello fu l’unico “scandalo” della sua presidenza). In più una versione simile dell’abito in vendita sul sito di Chloé viene definita color coconut brown, marrone noce di cocco, che ricorda anche il meme per cui Harris è più famosa.

Una foto di Barack Obama con la famigerata <em>tan suit</em> il completo dai colori chiari, con cui tenne una conferenza stampa dopo un attentato dell'ISIS in Siria, Casa Bianca, Washington DC, 28 agosto 2014(Alex Wong/Getty Images)

Barack Obama con la famigerata tan suit, il completo dai colori chiari, con cui tenne una conferenza stampa dopo un attentato dell’ISIS in Siria, Casa Bianca, Washington DC, 28 agosto 2014 (Alex Wong/Getty Images)

Forse Harris voleva essere subito riconoscibile, oppure prendere in giro i Repubblicani o ingraziarsi l’elettorato più giovane; o forse voleva indicare attraverso gli abiti il modello di presidente a cui si ispira e rivendicare la storia a cui appartiene. L’ex presidente Obama le ha risposto con un meme: «Com’è iniziata e come sta andando ora: dopo dieci anni è ancora un bel look».