La ricostruzione molto criticata delle scuole “Besta” di Bologna non si farà

Avrebbe portato all’abbattimento di una trentina di alberi e alla riduzione dell’area verde: comitati e movimenti protestavano da un anno

Il parco Don Bosco di Bologna con i manifestanti che protestano per difendere gli alberi da un progetto di riqualificazione dello spazio verde e della scuola, 3 aprile 2024 (ANSA/ SARA FERRARI)
Il parco Don Bosco di Bologna con i manifestanti che protestano per difendere gli alberi da un progetto di riqualificazione dello spazio verde e della scuola, 3 aprile 2024 (ANSA/ SARA FERRARI)
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Il sindaco del PD di Bologna Matteo Lepore ha bloccato il progetto di ricostruzione delle scuole medie “Fabio Besta” all’interno del parco Don Giovanni Bosco. La demolizione e la ricostruzione dell’edificio scolastico avrebbe portato all’abbattimento di una trentina di alberi e alla riduzione dell’area verde ed era contestato da circa un anno con raccolte di firme, cortei e presidi permanenti da alcuni comitati cittadini, ma anche da insegnanti, collettivi studenteschi, associazioni ambientaliste, urbanisti e architetti.

Lepore ha deciso di collocare da settembre gli e le studenti delle scuole Besta non all’interno del parco Don Bosco ma in un nuovo edificio scolastico vicino a un altro liceo: «Noi facciamo un passo di lato, non indietro e lo facciamo per dare una buona soluzione alla città». Un’altra opzione possibile per risolvere la situazione conflittuale sarebbe stata lo sgombero del parco occupato dai comitati in protesta, «ma Bologna non si merita uno sgombero modello G8 per realizzare una scuola pubblica. Il nostro obiettivo in questi mesi è sempre stato questo. Abbiamo sempre cercato il dialogo anche con chi ci insultava, ci siamo impegnati a trovare una soluzione e noi l’abbiamo trovata senza consultarci con il comitato Besta», ha detto Lepore, riferendosi al comitato che riunisce le persone in protesta. «La seconda opzione sarebbe stata quella di rivedere il progetto della scuola, come chiedeva il comitato, ma ci sarebbero voluti almeno cinque anni».

Le Besta si trovano nel quartiere San Donato e vennero costruite tra il 1980 e il 1984, durante la giunta di sinistra di Renato Zangheri, quando venne approvato un piano di edilizia pubblica che portò a realizzare, tra le altre cose, più di 150 scuole disegnate da ingegneri e architetti del comune e con la partecipazione di insegnanti, psicologi, pedagogisti. Come ha raccontato L’Espresso la scuola media Besta è formata da due blocchi collegati da una palestra e circondati da un parco: ci sono 24 aule, ciascuna con un ingresso diretto al giardino, spazi per biblioteche e laboratori. Come altri istituti progettati dalla giunta Zangheri, «è una struttura a moduli che si può ampliare o replicare in altri quartieri e che fu celebrata come “un modello all’avanguardia” nelle riviste di architettura» del tempo. Le pareti sono mobili, «gli spazi si possono adattare alle diverse esigenze scolastiche, ogni aula si può allargare verso l’interno (nella cosiddetta anti-aula) o verso l’esterno, aprendo le grandi vetrate affacciate sul parco».

L’anno scorso il comune di Bologna, guidato da Matteo Lepore, aveva deciso di abbattere la scuola per ricostruirla poco lontano sempre all’interno del parco, perché il vecchio edificio ha una struttura ormai inadeguata e difficile da rendere a norma. Chi si era opposto alla demolizione e alla ricostruzione riconosceva che le scuole Besta necessitassero di nuovi lavori per sanare i deterioramenti dovuti al tempo e alla mancata manutenzione, e per adeguare l’edificio alle norme antisismiche e per migliorarne l’efficienza energetica. Ma riteneva allo stesso tempo che tutto questo si potesse fare sulla struttura che già esiste, senza abbattimento di alberi e senza riduzione dell’area verde del parco.

Dopo la decisione di Lepore il comitato Besta ha parlato del successo della propria lotta, nonostante le parole del sindaco: «Sicuramente è un successo di tutti quelli che hanno lavorato al presidio. Il sindaco dice di non aver fatto un passo indietro ma un passo di lato e noi siamo ben felici che ci si sposti di lato. Se si salva il parco, che era l’obiettivo che ci ponevamo, si salvano tutta una serie di aspetti importanti, tra cui l’ascolto dei cittadini, perché è stata fondamentale la nostra determinazione». A loro volta i Verdi, che a causa dello scontro con Lepore sulle scuole Besta erano usciti dalla maggioranza, hanno rivendicato il loro ruolo: «La retromarcia del sindaco rappresenta la vittoria di un vastissimo movimento civico e ambientalista che ha oltrepassato i confini cittadini».

Il comune di Bologna dovrà ora pagare alcune penali per il blocco del progetto, ma Lepore ha detto di essere «tranquillo» e che «non c’è un rischio di danno erariale». Dopodiché resterà da capire che cosa fare dell’edificio scolastico al centro della storia. Lepore ha annunciato di voler avviare un percorso partecipativo sul parco Don Bosco per fare comunque in modo «che il vecchio contenitore delle Besta non diventi un luogo abbandonato».