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  • Sabato 27 luglio 2024

I momenti più memorabili delle cerimonie d’apertura delle Olimpiadi

Prima di Maria Antonietta decapitata c'erano stati il braciere acceso con una freccia, la coreografia delle statue dell'Antica Grecia e Rowan Atkinson con la London Symphony Orchestra

Un ballerino con un costume da statua di Eros sospeso in aria
Un ballerino con un costume da statua di Eros durante la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Atene, il 13 agosto 2004 (AP Photo/Mark Baker)
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Della grandiosa cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 forse ricorderemo la cantante travestita da Maria Antonietta con la testa mozzata o il cavallo meccanico argentato che corre sul pelo dell’acqua sulla Senna. In generale è stata una celebrazione fastosa e massimalista, molto celebrativa per il paese ospite, e ha avuto il primato di essere stata la prima a svolgersi fuori da uno stadio, dato che è stata organizzata sulla Senna.

La spettacolarità delle cerimonie d’inaugurazione dei Giochi è cresciuta progressivamente con gli anni: alle prime Olimpiadi moderne, quelle di Atene del 1896, gli atleti entrarono semplicemente all’interno di uno stadio per ascoltare i discorsi inaugurali e l’inno, e il formato restò più o meno simile di fatto fino agli anni Trenta, quando cominciarono a essere organizzate esibizioni memorabili.

Il primo cambiamento ci fu alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, le prime ad essere trasmesse in diretta televisiva, anche se solo in alcuni luoghi della città: la cerimonia fu prima di tutto una celebrazione del regime nazista, funzionale soprattutto a presentare la Germania come potenza mondiale. C’erano decine di migliaia di spettatori e bandiere naziste e lo stesso Adolf Hitler tenne un discorso. Il tradizionale legame con l’Antica Grecia, ancora oggi rappresentato dal fatto che la prima delegazione ad aprire il corteo degli atleti è proprio la Grecia, servì al regime per rafforzare il proprio presentarsi come erede della cultura classica. Lo studioso di Olimpiadi Jules Boykoff definì le Olimpiadi di Berlino 1936 il primo grande esempio di «sportswashing», in cui lo sport servì prima di tutto a distogliere l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani compiute dal regime.

Dopo la Seconda guerra mondiale. la trasmissione in diretta televisiva trasformò le cerimonie d’inaugurazione in occasioni per i paesi ospitanti di celebrare la propria grandezza e promuovere la propria cultura in modi spettacolari. Nel 1964, in Giappone, fu scelto come tedoforo (l’atleta che porta la torcia olimpica) il diciannovenne Yoshinori Sakai, nato a Hiroshima proprio nel giorno dell’attacco atomico degli Stati Uniti: la scelta aveva un suo significato storico e politico, di rappresentazione del Giappone come nazione pacifica, con Sakai che fu accolto da un fragoroso applauso da tutti gli spalti.

Alla memorabilità e grandiosità delle cerimonie organizzate nei decenni successivi contribuì anche la Guerra fredda, che spinse i paesi più potenti del mondo e utilizzare le cerimonie d’inaugurazione come sfoggio della propria grandezza e della propria ideologia. Alle Olimpiadi di Mosca del 1980, per esempio, fu messo insieme il più fastoso e sgargiante programma mai realizzato fino a quel momento, con enormi coreografie di massa e danze popolari della tradizione sovietica. Tra le altre cose, sulle note di una composizione della tradizione sovietica centinaia di danzatrici si esibirono in una coreografia in cui apparivano come un’enorme torre di corpi umani posizionata in cerchi concentrici che si stringevano ed espandevano.

Sempre a Mosca, sulla pista da corsa fu organizzato un piccolo corteo che trasportava un enorme emblema dorato col simbolo del comunismo. Quelle Olimpiadi furono boicottate da 65 paesi.

Altri momenti delle cerimonie d’apertura delle Olimpiadi divennero memorabili più che altro per la loro spettacolarità, senza particolari significati storici o politici. Alle Olimpiadi invernali di Albertville, in Francia, nel 1992, fu organizzato invece un grandioso spettacolo circense, con danze aeree di acrobati; nello stesso anno, a Barcellona, alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive l’arciere paralimpico Antonio Rebollo accese il braciere lanciandoci una freccia infuocata.

Sempre a Sydney nel 2000 fu organizzata un’enorme coreografia in cui si celebrava la locale barriera corallina: al centro di un’arena illuminata da luci blu, ballerine e ballerini e marionette giganti danzarono in una spettacolare rappresentazione marina, con pesci, anguille e meduse. Seguì l’esecuzione della canzone “Under Southern Skies” di Nikki Webster, che all’epoca aveva 13 anni.

Ad Atene nel 2004 la cultura greca venne celebrata con una coreografia in cui i costumi dei ballerini replicavano le fattezze delle statue del Partenone.

A Pechino, nel 2008, un gruppo di 2.008 musicisti riempì lo stadio per suonare il fou, antico strumento musicale a percussioni cinese, in un’esibizione particolarmente impressionante sia dal punto di vista sonoro che visivo.

Un altro momento memorabile, perché divertente, fu a Londra nel 2012, quando si presentò a sorpresa l’attore britannico Rowan Atkinson, noto soprattutto per la sua interpretazione del personaggio Mr. Bean, e “suonò” con la London Symphony Orchestra “Chariots of Fire”.