Tre giochi per due persone

Uno uscito da poco, uno astratto, e uno che potreste già aver giocato in gruppo, ma riadattato in modo particolarmente riuscito

di Viola Stefanello

Una scena del film  Barbie  di Greta Gerwig (2023)
Una scena del film Barbie di Greta Gerwig (2023)
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Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.

Può capitare: avete invitato un gruppo di persone a casa per giocare a qualcosa, ma dopo una serie di sfortunati eventi (e di bidoni) vi trovate soltanto in due. Oppure andate in vacanza con un’altra persona e volete assicurarvi di avere qualcosa da fare nelle ore più calde della giornata, mentre aspettate di poter tornare a gironzolare sotto al sole. O ancora, semplicemente, amate molto passare il vostro tempo a giocare, e volete tenere sullo scaffale qualche gioco che si possa fare anche in due, per ogni eventualità.

Di opzioni ce ne sono tante. Da qualche anno moltissimi game designer hanno cominciato a includere, all’interno di giochi pensati per gruppi, le istruzioni per fare una partita soddisfacente anche se si è solo in due, o talvolta anche da soli, giocando contro un “automa”. Altri mettono in vendita un’espansione che permette di cambiare leggermente il gioco originale per renderlo più divertente per due persone: è per esempio il caso di Wingspan, che vi avevamo già consigliato, e la cui espansione Asia è anche un gioco a sé stante per uno o due giocatori. Noi ne abbiamo selezionati e recensiti tre, dai più recenti ai più classici (ma comunque non scontati).

Se invece cercate qualcosa di particolarmente piccolo e portatile da infilare nello zaino in vista di un viaggio imminente, qui ve ne avevamo consigliati altri tre: anche questi sono giocabili in due persone.

Una partita a Bower (il Post)

Un gioco nuovo
Qualche settimana fa la casa editrice Cranio Creations ha pubblicato Bower, di Pierpaolo Paoletti con le illustrazioni di Irene Laschi. Dura venticinque minuti, è adatto anche ai ragazzi sopra gli otto anni ed è piuttosto semplice da imparare: ai due giocatori è sostanzialmente chiesto di fingere di essere uccelli giardinieri che stanno costruendo un imponente nido.

È un gioco di piazzamento tessere, categoria in cui rientrano tutti i giochi in cui i partecipanti devono piazzare davanti a sé, solitamente su un tabellone, le tessere che hanno in mano secondo vincoli precisi stabiliti dal gioco, in modo da guadagnare punti vittoria. Al contrario di altri riuscitissimi giochi di piazzamento tessere come l’ottimo Calico, di cui vi avevamo già parlato, una partita a Bower non è però mossa soltanto dal piazzamento delle tessere stesso.

Per poter fare più punti dell’avversario, il giocatore deve anche riuscire a indovinare alcuni obiettivi (disegnati sui cosiddetti “segnalini preferenza”) che l’avversario conosce e che a lui sono nascosti. Contemporaneamente, deve pensare le proprie mosse in modo da perseguire gli obiettivi che conosce senza rivelarli troppo presto all’avversario. Bower, insomma, diventa facilmente un gioco non solo di piazzamento, ma anche di deduzione e bluff: è una dinamica piuttosto originale, che potrebbe divertire le persone un po’ annoiate dai meccanismi dei giochi di piazzamento tessere più comuni.

Per di più, il fatto che contenga varie carte speciali da pescare soltanto in determinati casi aiuta ad allontanare la possibilità che diventi ripetitivo, e quindi un po’ noioso, dopo un paio di partite. Il risultato è un gioco avvincente sia per i giocatori più casuali che per quelli più appassionati di tattica. Le illustrazioni sono semplici ma delicate, e i pezzi di ottima fattura. La scatola non è molto grande: potrebbe stare tranquillamente in valigia, un po’ meno facilmente in uno zaino.

Dove si compra
Sul sito di Cranio Creations costa 20 euro, su Amazon e sul sito di Feltrinelli 19.

Una partita a Hive (il Post)

Un gioco astratto
Hive di John Yianni è uscito nel 2001 e da allora ha attirato una nicchia di appassionati, con tanto di tornei e versioni digitali per giocare online. Non è tecnicamente un gioco da tavolo, più che altro perché non possiede un tabellone: è possibile trasportarne i pezzi in una borsina e tirarli fuori per una rapida partita su qualsiasi superficie piana abbia un po’ di spazio per piazzarne i pezzi. È tra i giochi astratti – come gli scacchi o la dama, per capirci – migliori del mondo, almeno secondo la comunità di utenti che anima BoardGameGeek, il più grande forum di amanti dei giochi da tavolo del web. E, come capita spesso in questo genere, è facilissimo da imparare ma piuttosto complesso da padroneggiare: ci vuole un po’, insomma, per imparare a tenere a mente tutte le cose che possono succedere quando si muove o si piazza un determinato pezzo.

I due giocatori hanno a disposizione uno “sciame” di insetti diversi, che una volta piazzati uno vicino all’altro possono muoversi e interagire tra loro in modo diverso. Gli scarabei, per esempio, possono salire sopra agli altri pezzi, il che permette di bloccare gli insetti avversari che altrimenti potrebbero muoversi; i ragni si muovono di sole tre posizioni; i grilli saltano i pezzi a loro adiacenti, ma solo in linea retta. L’obiettivo è quello di circondare la Regina dell’avversario, ovvero il pezzo con un’ape gialla, che può muoversi di un solo spazio per cercare di sfuggire all’accerchiamento e dev’essere per forza piazzata nei primi quattro turni. È vietato “dividere” il blocco di pezzi una volta che vengono giocati.

Una partita tra giocatori davvero esperti può trascinarsi un po’, ma normalmente dura una ventina di minuti. Potreste appassionarvi moltissimo se sapete di avere una passione per i giochi astratti, o se vi piace giocare una partita dopo l’altra per affinare la vostra tecnica. Se invece vi spazientite, o semplicemente non avete voglia di applicare molti ragionamenti e pianificazione a un gioco, potrebbe non fare per voi.

Esistono varie espansioni e due versioni principali: quella standard, con i pezzi un po’ più grandi e pesanti, e quella “pocket”, che costa meno ed è più facile da portarsi in giro ma ha dei pezzi davvero molto leggeri, il che crea dei problemi logistici soprattutto quando tira vento o la superficie di gioco non è perfettamente piana.

Dove si compra
Sul sito di Ghenos Games costa 20 euro e su Amazon 22.

Una partita a 7 Wonders Duel (il Post)

Un classico rivisitato
7 Wonders di Antoine Bauza è senza dubbio uno dei giochi più amati tra quelli usciti negli ultimi quindici anni. Conteneva già le istruzioni per fare partite da due giocatori, ma non erano soddisfacenti quanto quelle giocate in grandi gruppi. Per questo, qualche anno dopo, Bauza (in collaborazione con Bruno Cathala) ha ideato una nuova versione del gioco basata sugli stessi presupposti – ognuno è a capo di una grande città del mondo antico e deve dimostrarne la superiorità, investendo nella costruzione di meraviglie architettoniche, ma anche sviluppando le tecnologie, il commercio e l’esercito – ma pensata esplicitamente per essere molto godibile in due.

Il risultato è 7 Wonders Duel, considerato da molti eccellente quanto l’originale, se non migliore. Chi conosce già il gioco originale noterà che alcune delle dinamiche sono diverse, chi invece vi si approccia senza sapere nulla si troverà davanti un libretto delle istruzioni molto chiaro e piuttosto breve: l’idea è che il gioco si possa spiegare in una decina scarsa di minuti, e permetta ai partecipanti di capirne le dinamiche abbastanza bene dopo una sola partita, che dura una mezz’ora.

Le differenze tra un giocatore alle prime armi e uno esperto si vedono, chiaramente, ma la fortuna spesso interferisce abbastanza da permettere a chiunque di vincere con un po’ di scaltrezza e qualche mossa particolarmente riuscita. È peraltro un gioco “di reazione”, nel senso che per vincere è necessario tenere costantemente d’occhio le mosse dell’avversario e cercare non soltanto di accumulare i propri punti, ma anche di ostacolare la sua avanzata.

Occupa un po’ più di spazio in valigia rispetto a Bower o Hive, ma è il genere di gioco che si tira fuori per una partita veloce e si rimette via due ore dopo senza che nessuno abbia sentito il peso del tempo che passava, impegnati com’erano tutti a coltivare lo sviluppo della propria civiltà antica. In caso vi doveste stancare, potete sempre tirare fuori l’originale insieme a un gruppo più grande di amici, o investire in Pantheon o Agorà, le espansioni messe in vendita da Asmodee, che complicano (ma arricchiscono) le dinamiche della partita.

Dove si compra:
Su Amazon e sul sito di Feltrinelli costa 27 euro.

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.