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  • Martedì 25 giugno 2024

Cos’è WikiLeaks oggi

Negli ultimi anni l'organizzazione fondata da Julian Assange ha molto rallentato la sua attività, e non è chiaro cosa possa succederle ora che il suo fondatore è tornato in libertà

(AP Photo/Yves Logghe)
(AP Photo/Yves Logghe)
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Martedì il celebre attivista e giornalista Julian Assange ha fatto un accordo col dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che gli ha consentito di uscire dal carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dove era detenuto dall’aprile del 2019, e che a breve di fatto gli permetterà di essere definitivamente libero. Assange era accusato di avere violato l’Espionage Act, una legge contro lo spionaggio, per il suo coinvolgimento dentro WikiLeaks, un sito che aveva fondato nel 2006 e che negli anni scorsi era diventato famosissimo per la diffusione di documenti riservati.

Assange non ha ancora commentato pubblicamente l’accordo, né ha lasciato intendere se e come vuole tornare ad occuparsi di WikiLeaks, dopo gli anni passati in carcere. Negli ultimi anni il sito e l’organizzazione che se ne occupa hanno rallentato molto la propria attività: gli ultimi documenti riservati pubblicati sul sito risalgono al 2021, e tutti i più recenti comunicati stampa diffusi da WikiLeaks riguardano l’intricato caso giudiziario di Assange. La pagina che contiene i nomi delle persone che possono parlare per conto di WikiLeaks ha una divisione per argomenti: l’elenco più lungo è quello delle persone che si occupano del caso giudiziario di Assange.

WikiLeaks era nata come progetto personale di Assange, ma negli anni in cui era maggiormente esposta si era allargata fino a impiegare giornalisti, esperti di sicurezza e attivisti per la trasparenza. Fra il 2007 e il 2010 WikiLeaks pubblicò centinaia di migliaia di documenti riservati che riguardavano soprattutto gli Stati Uniti e le operazioni militari in Iraq e Afghanistan, oltre a moltissime comunicazioni diplomatiche (quindi riservate) con i rappresentanti di altri paesi. In una prima fase WikiLeaks collaborò con i giornali più rispettati al mondo, fra cui il New York Times e il Guardian: negli anni poi quelle collaborazioni si sono interrotte, anche per via dell’approccio spregiudicato e spesso poco ortodosso dal punto di vista giornalistico di Assange, noto peraltro per il suo atteggiamento spesso megalomane e paranoico.

Anche per via di questo atteggiamento Assange ha litigato con moltissime persone del settore, anche all’interno di WikiLeaks, e diverse persone che ne sono uscite hanno commentato in maniera molto critica la gestione di Assange. Il giornalista britannico James Ball, che oggi lavora per il sito di news The New European, ha raccontato al Guardian che a un certo punto durante la sua collaborazione con WikiLeaks Assange voleva fargli firmare un accordo di riservatezza per impedirgli di parlare pubblicamente del suo lavoro con WikiLeaks per vent’anni. Ball non voleva firmare l’accordo, e una notte si ritrovò Assange seduto sul bordo del letto che lo svegliò cercando di convincerlo a firmare, usando peraltro un peluche di giraffa. «Un amico mi consigliò di cercare informazioni su come uscire da una setta», ha raccontato Ball.

A eccezione di testimonianze come quella di Ball, WikiLeaks è sempre stata piuttosto impenetrabile dall’esterno: non è mai stato chiarissimo se al suo interno esista una gerarchia, chi e come la finanzi, a cosa stia lavorando oggi. Nel 2018 il sito di news Motherboard l’ha definita «probabilmente la più opaca fra le organizzazioni che si occupano di trasparenza».

Nel 2016 WikiLeaks tornò improvvisamente rilevante perché cominciò a diffondere documenti riservati (soprattutto email) che provenivano dal Partito Democratico statunitense e dal comitato elettorale di Hillary Clinton, che in quel momento era candidata alle elezioni presidenziali. A quanto sembra i documenti erano stati sottratti al partito e a Clinton da hacker russi vicini al regime di Vladimir Putin, che durante quella campagna elettorale provarono ad agevolare l’elezione di Donald Trump, ritenuto meno ostile di Clinton a Putin. WikiLeaks ha sempre negato di avere ricevuto i documenti dai russi, ma l’intelligence statunitense si è detta certa che la provenienza dei documenti fosse quella.

Nel 2018 poi l’attivista e giornalista Emma Best pubblicò una serie di conversazioni private fra lo staff di WikiLeaks e alcuni attivisti vicini all’organizzazione, da cui si capì che due anni prima WikiLeaks si era prodigata per mettere in difficoltà Clinton e la sua candidatura. Venne fuori inoltre che nel 2016 l’account Twitter di WikiLeaks inviò dei messaggi privati a Donald Trump Jr., il primogenito di Trump, cercando informalmente una collaborazione col suo comitato. Non è mai stato confermato ufficialmente ma diversi giornalisti ed esperti di cose online sospettano che almeno fino a qualche anno fa l’account Twitter di WikiLeaks fosse gestito da Assange in persona.

Da quando è finito in carcere però Assange ha sospeso quasi del tutto la sua attività pubblica, anche perché a quanto sembra non aveva accesso con regolarità a un computer e a internet. Anche l’attività di WikiLeaks sembra essere rallentata di conseguenza.

L’immagine pubblica e la presenza sui social network dell’organizzazione è un po’ cambiata, nel frattempo. Ormai da tempo l’account Twitter di WikiLeaks – l’unico canale ufficiale dell’organizzazione, oltre alla sua pagina Facebook – si occupa soprattutto del caso giudiziario di Assange e di altri casi di giornalisti o attivisti incriminati o perseguitati per il loro lavoro.