Il candidato del PD Vito Leccese ha vinto il ballottaggio a Bari

L'esito era abbastanza prevedibile, visto com'era andata al primo turno: Leccese ha preso il 70,27 per cento

Il candidato sindaco del centrosinistra, Vito Leccese, vota per il secondo turno delle amministrative, a Bari, il 23 giugno 2024.
(DONATO FASANO/ANSA)
Il candidato sindaco del centrosinistra, Vito Leccese, vota per il secondo turno delle amministrative, a Bari, il 23 giugno 2024. (DONATO FASANO/ANSA)
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Vito Leccese è il nuovo sindaco di Bari. Il candidato del Partito Democratico, sostenuto da una ampia coalizione di centrosinistra, ha preso il 70,27 per cento dei voti, mentre il leghista Fabio Romito si è fermato al 29,73.

Sessantunenne barese, da sempre attivo nei movimenti ambientalisti e vicino al mondo dei Verdi, Leccese è stato due volte deputato col centrosinistra, tra il 1992 e il 2001. La sua carriera politica era iniziata proprio a Bari, città nella quale fu prima eletto consigliere comunale nel 1985 e poi nominato assessore nella giunta progressista guidata da Enrico Dalfino all’inizio degli anni Novanta, sempre come esponente dei Verdi. E sempre a Bari ha avuto importanti incarichi amministrativi in tempi più recenti, essendo stato capo di gabinetto dei due sindaci Michele Emiliano e Antonio Decaro.

Deputato dei Verdi, Vito Leccese espone alla Camera insieme a suoi colleghi di partito una bandiera del Kurdistan in simbolo di protesta dopo l’arresto del pacifista italiano arrestato in Turchia nel marzo del 1998 (Claudio Onorati/ANSA)

La scelta di candidare Leccese è in continuità rispetto alle amministrazioni di centrosinistra che hanno governato Bari negli ultimi anni, e proprio questa decisione aveva alimentato notevoli tensioni nel cosiddetto “campo largo”, fino a spingere il Movimento 5 Stelle a presentare un proprio candidato al primo turno. A generare la divisione nel centrosinistra, in particolare, era stato il grande clamore mediatico di alcune inchieste della procura di Bari su presunti casi di corruzione elettorale, in cui sono state ipotizzate anche possibili infiltrazioni della criminalità locale nell’amministrazione comunale. Per questi motivi, il ministero dell’Interno aveva avviato le indagini per valutare la possibilità di sciogliere il comune per mafia, provocando le proteste plateali del sindaco uscente, Decaro, che nel frattempo aveva annunciato la sua candidatura al Parlamento Europeo, dove è stato eletto l’8 e il 9 giugno scorsi ottenendo oltre 498mila preferenze. Nella sola Bari, Decaro aveva preso 186mila preferenze, più del triplo di quelle di Giorgia Meloni.

Dopo lo scrutinio del primo turno, il candidato del M5S Michele Laforgia aveva subito annunciato la sua intenzione di sostenere Leccese, ricomponendo così il centrosinistra in vista del ballottaggio, il cui esito era diventato a quel punto abbastanza scontato: Laforgia aveva ottenuto infatti il 21,75 per cento. Sommati agli oltre 73mila voti di Leccese, i 33.400 voti di Laforgia davano alla coalizione di centrosinistra un bacino elettorale di partenza grande quasi due volte e mezzo quello del candidato di centrodestra Fabio Romito, che aveva raccolto 44.700 voti. Quella di Leccese sarà la quinta amministrazione progressista consecutiva a Bari, dopo le due di Emiliano e le due di Decaro. Il centrosinistra governa la città da venti anni.