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  • Domenica 23 giugno 2024

Il Regno Unito ha un enorme problema con le proprie fognature

Che scaricano spesso in mare e nei fiumi, a volte con l'autorizzazione dello stato, creando grossi rischi per la salute e per l'ambiente

Due attiviste dell'organizzazione Surfers against sewage, durante una protesta contro l'inquinamento dei mari britannici
Due attiviste dell'organizzazione Surfers against sewage, durante una protesta contro l'inquinamento dei mari britannici (Surfers against sewage/Facebook)
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Lo scorso marzo i partecipanti della Boat Race, la famosissima gara di canottaggio sul Tamigi tra equipaggi dell’università di Oxford e quella di Cambridge, hanno ricevuto dall’organizzazione della competizione una lista di raccomandazioni particolari da seguire durante la gara per la loro sicurezza. Ai partecipanti si raccomandava di evitare il più possibile il contatto con l’acqua: i membri dei due equipaggi avrebbero dovuto evitare di entrare in acqua, coprire ogni ferita aperta, e lavarsi accuratamente dopo la gara. Avrebbero anche dovuto cercare di evitare di ingoiare gli schizzi d’acqua che sarebbero inevitabilmente finiti sul loro volto; se questo fosse successo, era consigliato rivolgersi a un dottore.

Le misure erano state approvate pochi giorni prima della gara, dopo che le analisi dell’acqua nel Tamigi avevano rivelato una concentrazione del batterio Escherichia Coli superiore di dieci volte il limite che l’agenzia ambientale britannica, l’Environment Agency, considera sicuro.

La maggior parte dei batteri dell’E. Coli non crea grandi problemi in caso di infezione. Alcune varianti di E. Coli, però, possono essere particolarmente pericolose, provocando forti crampi allo stomaco e diarrea, perdita di sangue ed epatite (in alcuni casi, molto rari, l’infezione può essere mortale). Secondo l’organizzazione che ha fatto le rilevazioni, River Action, la causa della contaminazione delle acque del Tamigi erano molto probabilmente gli scarichi delle fogne gestiti dalla società locale, Thames Water, che finivano direttamente nel fiume senza essere stati adeguatamente trattati.

Quello della scorsa primavera nel Tamigi non è un caso isolato: in tutto il Regno Unito si registrano ogni anno migliaia di casi di sversamenti irregolari, che finiscono per inquinare i fiumi, i laghi e i mari. Un’analisi effettuata da BBC News ha individuato 6mila casi di sversamenti illegali nella sola Inghilterra nel 2022, anche in aree che sarebbero considerate protette. L’83 per cento dei fiumi inglesi, secondo alcune rilevazioni, mostra alti livelli di inquinamento, dovuti all’agricoltura e agli scarichi fognari. I media britannici si occupano molto spesso di quella che chiamano, senza troppi giri di parole, sewage crisis, la “crisi delle fogne” del Regno Unito, che per i cittadini è fonte di grossa preoccupazione: lo scorso anno, secondo i sondaggi, quasi un quarto dei cittadini britannici che frequentano le spiagge ha dichiarato che non avrebbe più nuotato in mare, per paura delle possibili contaminazioni.

Nel sistema fognario del Regno Unito, interamente gestito da imprese private, le acque reflue bianche e nere (quindi, banalmente, l’acqua piovana e quella che contiene le nostre feci) non vengono smistate. Quando piove, e specialmente quando le precipitazioni sono particolarmente intense, per evitare che il sovraccarico possa ritornare verso le abitazioni private e creare dei danni, la legge prevede che le imprese che gestiscono le fogne possano sversare le acque direttamente all’aperto. Secondo BBC, e diverse organizzazioni ambientaliste, il problema è che molto spesso le imprese lo fanno anche quando non piove e anche nei periodi di siccità, quando la presenza d’acqua nei fiumi è minore e quindi la concentrazione di feci e di batteri diventa maggiore e potenzialmente più pericolosa.

Il problema è comune a tutto il Regno Unito, e molti casi di sversamenti illegali si registrano in Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Per ragioni strutturali, però, il dibattito pubblico si concentra soprattutto sui problemi delle fogne in Inghilterra, che è il paese più grande e più popoloso tra quelli che compongono il Regno Unito, ed è anche quello dove la situazione è più grave.

Non è solamente un problema per la salute degli esseri umani: le feci che finiscono nei corsi d’acqua contengono sostanze nutritive che causano la proliferazione delle alghe. Queste, a loro volta, consumano l’ossigeno presente nell’acqua, distruggendo l’equilibrio dell’ecosistema (un fenomeno noto come eutrofizzazione). Un rapporto del comitato per il Controllo ambientale del parlamento britannico del 2022 sottolineava che il «cocktail chimico degli scarichi inglesi rappresentava un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente», e che soltanto il 14 per cento dei fiumi inglesi poteva essere definito «in buone condizioni ambientali».

Negli ultimi anni il tema dell’inquinamento dei corsi d’acqua nel Regno Unito è diventato un grande oggetto di dibattito nel paese. A metà maggio sono state organizzate delle proteste in diverse località di mare britanniche contro le aziende che gestiscono le fognature e sono responsabili degli sversamenti. Secondo un recente sondaggio, l’83 per cento dei cittadini britannici è a favore di introdurre per legge degli obiettivi da raggiungere per ridurre l’inquinamento dei fiumi. La questione è diventata anche un grosso tema delle scorse elezioni locali e, soprattutto, delle prossime elezioni politiche nazionali. Per molti elettori, come osservava un editoriale su Bloomberg, il Partito Conservatore, che è stato al governo del Regno Unito negli ultimi 14 anni, è responsabile di non aver fatto molto per trovare una soluzione al problema.

Tutti i principali partiti britannici, il Partito Conservatore, il Partito Laburista, i Liberal Democratici e anche il Partito dei Verdi hanno proposte nei propri programmi elettorali per cercare di risolvere il problema.

Steve Reed, che è il ministro dell’Ambiente nel governo ombra (un’istituzione politica senza poteri legali, creata dall’opposizione per seguire, e criticare, il lavoro dei singoli ministeri del governo in carica) del Partito Laburista, ha proposto tra le altre cose di mettere in prigione gli amministratori delle aziende che si occupano degli scarichi fognari in caso di violazioni. Il partito che però finora è stato più attivo sulla questione è il partito dei Liberal Democratici, che ha fatto diventare l’inquinamento dei fiumi inglesi uno dei temi principali della propria campagna elettorale. Il suo leader, Ed Davey, durante la campagna si è anche fatto fotografare mentre pagaia sul lago Windermere, che è una storica meta turistica ma che ha anche grossi problemi di inquinamento.

Ed Davey a Woking

Il leader del partito Liberal Democratico Ed Davey (a destra) con in mano un campione di acqua del fiume Wey, durante la campagna elettorale (dal suo profilo Instagram).

I Liberal Democratici al momento sono un partito piuttosto piccolo nella politica britannica: secondo i sondaggi hanno un gradimento attorno al 10-11 per cento, un po’ meno rispetto al 2019, quando riuscirono a fare eleggere 11 deputati. Secondo gli osservatori, però, grazie al sistema elettorale maggioritario britannico e alla crisi del Partito Conservatore, il partito potrebbe riuscire a fare eleggere più parlamentari concentrandosi in quelle circoscrizioni dove i candidati Conservatori sono in difficoltà. Una delle aree dove questa tattica potrebbe portare dei buoni risultati è il “Blue Wall” (letteralmente il muro blu, dal colore storico usato dal Partito Conservatore), una serie di circoscrizioni nel sud dell’Inghilterra dove storicamente i conservatori hanno sempre ottenuto dei buoni risultati, ma dove adesso sono in crisi, e dove i Liberal Democratici sono andati bene alle scorse elezioni locali in maggio.

In molte aree di questa regione, soprattutto nel sud-est dell’Inghilterra, l’inquinamento dei fiumi e il pessimo stato del sistema fognario sono un grosso problema. I liberali ne stanno quindi parlando molto, durante la campagna elettorale: il partito ha distribuito milioni di volantini nell’area, cercando di attirare l’attenzione sulla questione e accusando i Conservatori di non aver fatto abbastanza per risolverla. I liberali propongono di trasformare le aziende private che gestiscono le fognature in società di pubblica utilità, vietare il pagamento di bonus ai dirigenti finché le perdite non finiscono, e abolire l’Ofwat, l’ente regolatore che si occupa di controllare la gestione degli acquedotti in Inghilterra e in Galles, e di crearne uno nuovo che abbia maggiori poteri per sanzionare le irregolarità.

Secondo Robert Ford, un professore di Scienze politiche all’università di Manchester, l’inquinamento non sarà un argomento decisivo nelle prossime elezioni, ma sarà un tema importante della campagna elettorale che potrà aumentare significativamente le possibilità dei Liberal Democratici: «È un’immagine incredibilmente potente di come i partiti al governo abbiano fallito, e di come chi sta al volante stia facendo schiantare la macchina», ha detto al Financial Times.