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  • Venerdì 21 giugno 2024

La spettacolare sfilata di Rick Owens a Parigi, con 200 modelli e modelle

Erano soprattutto studenti e studentesse delle scuole di moda della città, con corpi, età e generi diversi

Un momento della sfilata della collezione primavera/estate 2025 di Rick Owens, Parigi, 20 giugno 2024
(dalla pagina YouTube di Rick Owens)
Un momento della sfilata della collezione primavera/estate 2025 di Rick Owens, Parigi, 20 giugno 2024 (dalla pagina YouTube di Rick Owens)
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La sfilata della collezione primavera/estate 2025 dello stilista americano Rick Owens è stata coreografica e spettacolare: si è tenuta giovedì davanti al Palais de Tokyo, un centro d’arte contemporanea a Parigi, con 200 modelle e modelli di età, genere e corpi diversi tra loro. I look presentati però erano solo dieci: ognuno è stato indossato da 20 modelli e modelle in gruppi compatti da cinque file, che facevano pensare a un film di fantascienza ma anche alla parata degli atleti durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, che quest’anno si terrà proprio a Parigi il 26 luglio.

I modelli e le modelle erano in parte professionisti che lavorano abitualmente con Owens ma soprattutto studentesse, studenti e dipendenti delle scuole di moda di Parigi, che hanno risposto all’invito dello stilista a «far parte del suo esercito di comparse hollywoodiane in raso bianco». C’erano anche atleti e atlete e, a un certo punto, nove modelli hanno portato in passerella un cono d’acciaio con tre ginnaste.

Il messaggio della sfilata era «mostrare l’opposto dell’intolleranza», come ha spiegato Owens: «ci sono forze dell’intolleranza che creano guerre e ci sono forze della tolleranza che resistono e promuovono altre idee, compresa la tolleranza nell’estetica: è quello che cerco di fare io». Anche per questo Owens ha sostituito il colore nero, lo stile gotico e l’estetica dark, per cui è noto, con una prevalenza di bianco, copricapi dorati e luminosità.

Ripetere lo stesso look su corpi diversi è stato «un grande esercizio», ha detto, perché ognuno doveva «stare bene su ogni singolo corpo» e allo stesso tempo sembrare «davvero un look alla Rick Owens». In un mondo che spinge a esprimere la propria individualità, Owens ha cercato di rafforzare l’idea di «unità e la capacità delle persone di contare le une sulle altre», senza però annullarsi o uniformarsi agli stereotipi di bellezza e alle tendenze del momento. L’idea si riflette nella collezione e nella sfilata, che sono state realizzate collaborando con altri artisti: con la coreografa svedese Ylva Falk, la stilista statunitense Dafne Balatsos e la slovena Tanja Vidic.

Rick Owens (Richard Saturnino Owens) è uno stilista californiano, nato a Porterville nel 1961, considerato tra i più anticonformisti nel mondo della moda, noto soprattutto per le giacche in pelle, gli stivali con plateau (cioè il rialzo della suola) e tacco altissimi, gli abiti drappeggiati e tagliati, e per lo stile dark, post-apocalittico, grottesco e di avanguardia. Vale non solo per gli abiti ma anche per i modelli e le modelle, che non rispecchiano i canoni di bellezza tradizionale: è stato tra i primi a includere persone transgender alle sue sfilate e tipologie di corpi diversi da quelle che si vedono di solito. Anche per questo il New York Times Style Magazine lo ha definito, in un lungo ritratto che gli ha dedicato, «il patriarca dei freaks» (gli strani).

Owens nacque in una famiglia cattolica, conservatrice e oppressiva, a cui rispose diventando «l’opposto alla forza di mio padre nel mondo». Fondò la sua linea di vestiti nel 1994 a Hollywood e per anni rifornì esclusivamente Charles Gallay, una boutique molto alla moda che selezionava stilisti innovativi. Diventò famoso quando l’edizione francese di Vogue pubblicò una foto della modella Kate Moss con una sua giacca di pelle. Allora la direttrice di Vogue America, Anna Wintour, sponsorizzò la sua prima sfilata alla Settimana della moda di New York, quella per l’autunno inverno 2002.

Nel 2002 Owens divenne direttore artistico dell’azienda di pellicce francese Revillon, un ruolo che ricoprì fino al 2007; nel 2003 si trasferì a Parigi con la compagna, la stilista francese Michèle Lamy, che sposò nel 2006 (proprio quando i suoi genitori «si stavano abituando all’idea che fossi gay», ha raccontato Owens, che è bisessuale). Da allora presenta le sue collezioni a Parigi, spesso in spazi spettacolari, tra fumi colorati e pire in fiamme; oltre alla cerchia di modelle e modelli che ne rappresentano l’estetica, ci sono state ballerine, modelli con i genitali in vista, modelle legate le une alle altre. «Il mondo è brutto e allo stesso tempo glorioso. Il mio ruolo è tenerlo in qualche modo in equilibrio», ha detto.

Ha tenuto le ultime due sfilate nel suo appartamento a Parigi, Palais Bourbon, che un tempo aveva ospitato gli uffici dell’ex presidente francese François Mitterrand, presentando tra le altre cose degli stivali di gomma gonfiabili diventati subito molto famosi (anche per la loro apparente scomodità). È stato criticato molto perché c’era stato spazio per pochissime persone: «ho capito di essere stato restrittivo e aver escluso molte persone. Così per questa stagione ho pensato di invitare tutti», ha detto Owens spiegando la scelta di tenere la sua ultima sfilata a Palais Tokyo.

Una foto di Rick Owens dopo una sfilata a Parigi, 23 giugno 2022 (AP Photo/Christophe Ena)

Rick Owens dopo una sfilata a Parigi, 23 giugno 2022 (AP Photo/Christophe Ena)