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  • Mercoledì 19 giugno 2024

I viaggi sottomarini stanno riprendendo, un anno dopo il disastro del Titan

Il sommergibile con a bordo cinque persone implose mentre scendeva verso il relitto del Titanic: ora si fa più affidamento ai robot, e molti chiedono più controlli

Un sommergibile durante una ricerca scientifica alle Maldive, nell'oceano Indiano, nel 2022 (Ocean Census via AP Images)
Un sommergibile durante una ricerca scientifica alle Maldive, nell'oceano Indiano, nel 2022 (Ocean Census via AP Images)
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Nel giugno del 2023 il sommergibile sperimentale Titan, realizzato dall’azienda statunitense OceanGate, avrebbe dovuto portare cinque persone a visitare il relitto del Titanic, il celebre transatlantico affondato nel 1912. Il sommergibile però perse i contatti con la nave di appoggio dopo meno di due ore dall’inizio dell’immersione, il 18 giugno, mettendo in moto un processo di ricerca che per diversi giorni attirò grandissime attenzioni mediatiche: alla fine fu determinato che il Titan implose poco dopo la sua partenza, a causa della fortissima pressione delle profondità marine.

Benché la maggior parte delle persone oggi associno probabilmente l’idea del turismo sottomarino alla tragica vicenda del Titan, esiste ancora tutto un settore delle esplorazioni e dei viaggi sottomarini, è c’è anche chi dopo il disastro è tornato a investirci, anche se il settore è stato molto rallentato nell’ultimo anno.

Le vicende del sommergibile attirarono per la prima volta l’attenzione di moltissime persone sul turismo sottomarino, un settore che per il suo costo e la sua scarsa praticità si è quasi esclusivamente rivolto a persone ricchissime. I fondali marini sono posti decisamente poco ospitali per la maggior parte delle forme di vita, umani inclusi: sono freddissimi, estremamente bui, e sottopongono qualsiasi corpo a pressioni enormi.

In realtà attualmente la maggior parte delle aziende dedicate alle esplorazioni sottomarine si focalizza sulla produzione di veicoli controllati a distanza (ROV nell’acronimo inglese): sono robot dotati di sensori e apparecchiature scientifiche, telecamere, bracci meccanici, spesso collegati a una nave di supporto tramite un cavo. Da lì gli operatori li manovrano tramite joystick e schermi in collegamento video.

Secondo un esperto del settore sentito dal New York Times, Robert D. Christ, i veicoli sottomarini autonomi nel mondo sarebbero qualche migliaio. Solo un centinaio di questi sarebbe capace di raggiungere la profondità di quasi 4mila metri a cui si trova il relitto del Titanic. I sommergibili capaci di trasportare gli umani sono molti meno: circa 200, e solo una decina di loro può superare i 4mila metri di profondità.

I robot autonomi hanno chiaramente grossi vantaggi dal punto di vista della sicurezza e sono quelli più usati nelle missioni di ricerca scientifica. Tyler Schilling, fondatore di Schilling Robotics, un’azienda che produce robot sottomarini, ha detto al New York Times di essere sempre stupito dal fatto che i sommergibili pilotati dagli umani vengano ancora costruiti: secondo Schilling «l’unica risposta ragionevole» è che «le persone vogliono l’avventura».

Ma anche fra chi sostiene che sia opportuno continuare a mandare persone a grandi profondità quasi tutti sono concordi nel chiedere maggiori controlli di sicurezza. Negli Stati Uniti le certificazioni di sicurezza per le imbarcazioni private sono raccomandate, ma non obbligatorie: OceanGate aveva detto apertamente di non averle richieste per il Titan, sostenendo che fosse comunque più sicuro degli altri sommergibili in circolazione. In realtà il suo scafo sperimentale era realizzato con componenti in fibra di carbonio, oltreché in titanio, mentre di solito imbarcazioni di questo genere sono realizzate con materiali più robusti, per esempio in solo titanio o in acciaio.

Secondo buona parte degli esponenti del settore i controlli andrebbero resi obbligatori. Secondo uno di loro, sentito dal New York Times, le tecnologie attuali possono garantire la sicurezza, ma serve un quadro legislativo che permetta di assicurarsi che tutti gli operatori agiscano senza rischi. In realtà il modello di adesione volontaria alle certificazioni adottato negli Stati Uniti aveva funzionato piuttosto bene fino al 2023: quelle a bordo del Titan sono state le uniche morti registrate su veicoli del genere a causa di un incidente.

OceanGate interruppe tutte le sue operazioni nel luglio del 2023. Al contrario la principale azienda che produce sommergibili ricreativi (ma anche commerciali e scientifici), Triton Submarines, ci tiene a specificare che sottopone le proprie imbarcazioni ai processi di verifica volontari per ottenere le certificazioni di sicurezza.

Un modello in scala di un sommergibile della Triton (Ilya S. Savenok/Getty Images for OceanX)

I sommergibili prodotti da Triton sono piuttosto diversi dal Titan: l’abitacolo è composto da una grossa sfera di materiale plastico trasparente in grado di resistere alla fortissima pressione sottomarina. Questo permette ai passeggeri di avere una visuale più ampia attorno a sé, anziché dover guardare attraverso le piccole aperture nello scafo dei modelli di sommergibile come quello del Titan.

Attualmente la Triton sta sviluppando un modello di sommergibile che dovrebbe arrivare fino a 4.000 metri di profondità: è stato commissionato da Larry Connor, un miliardario appassionato di esplorazioni sottomarine e amico di Patrick Lahey, amministratore delegato della Triton. Connor vuole organizzare una nuova spedizione per visitare il relitto del Titanic, appositamente per dimostrare la sicurezza del turismo sottomarino.

L’abitacolo del nuovo veicolo sviluppato per la missione dovrebbe avere pareti spesse quaranta centimetri, realizzate grazie a tecnologie molto recenti. Dovrebbe avere due posti e affrontare il suo primo viaggio nel 2026, fra le altre cose dopo aver superato i test di sicurezza raccomandati e aver ottenuto le relative certificazioni: è un processo che richiede tempo e denaro.

Craig Barnett, il direttore delle vendite di Triton Submarines, ha comunque raccontato che dopo l’incidente del Titan uno degli ordini che avevano in ballo, da 4 milioni di dollari, fu subito cancellato; altri vennero rallentati dalla stessa azienda, «considerando quello che era accaduto». Nessun cliente cancellò gli ordini fatti all’olandese U-Boat Worx, che dal 2022 stava testando un nuovo modello di sommergibile da circa 650mila dollari, una cifra modesta per il settore, con l’obiettivo di ampliare il mercato. Dopo l’incidente del Titan però la domanda è molto diminuita e l’azienda ha dovuto licenziare quasi la metà dei suoi dipendenti, 40 su 85.

A luglio un’altra spedizione dovrebbe raggiungere il relitto del Titanic: è organizzata dall’azienda RMS Titanic, che dall’incidente del Titan ha smesso di usare veicoli guidati direttamente da persone, almeno fino alla conclusione delle indagini sull’incidente. Il relitto sarà quindi visitato solo da due veicoli autonomi, mentre il progetto iniziale prevedeva di inviare anche un sommergibile pilotato da una persona.

L’obiettivo della spedizione è analizzare lo stato del relitto, e valutarne lo stato di conservazione confrontandolo con rilevazioni fatte nel 2010: in particolare sarà valutato lo stato della sala telegrafi. Da tempo gli appassionati del settore vogliono recuperare il telegrafo del Titanic, con cui venne inviato il segnale di emergenza che permise di salvare centinaia di vite durante l’affondamento della nave. La zona del relitto attorno alla sala telegrafi è però particolarmente danneggiata, e rischia di collassare.