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  • Mercoledì 15 maggio 2024

C’è un accordo per fare un governo nei Paesi Bassi, a sei mesi dalle elezioni

È stato annunciato da Geert Wilders, il leader di estrema destra che aveva vinto a sorpresa e in modo netto le parlamentari di novembre, ma non sarà lui il primo ministro

Geert Wilders, al centro, vota alle elezioni di novembre 2023
Geert Wilders, al centro, vota alle elezioni di novembre 2023 (AP Photo/Mike Corder, File)
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Mercoledì Geert Wilders, il politico di estrema destra olandese a capo del Partito per la Libertà (PVV), il più votato alle elezioni parlamentari di novembre nei Paesi Bassi, ha annunciato di aver trovato un accordo con altri tre partiti per formare un governo di coalizione.

Questo nuovo governo dovrebbe mettere insieme il PVV di Wilders con il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) dell’ex primo ministro Mark Rutte, il Movimento dei contadini e dei cittadini (BBB, un partito populista e vicino alla destra nato da una serie di proteste nel 2019) e il Nuovo Contratto Sociale (NSC), un partito sostenitore di politiche di sinistra in economia e di destra sull’immigrazione e sull’interruzione volontaria di gravidanza. Le quattro forze politiche avrebbero una maggioranza parlamentare solida, con 88 seggi sui 150 della Camera bassa del parlamento olandese.

Non è ancora chiaro chi sarà il primo ministro di questo governo, ma certamente non sarà Wilders, che già alcuni mesi fa aveva rinunciato dopo che gli altri partiti coinvolti nei negoziati si erano mostrati indisponibili a sostenerlo per via delle sue posizioni troppo estreme: Wilders è probabilmente il politico europeo con il programma più radicale nei confronti di Islam e immigrazione, fatta eccezione per i gruppi apertamente neofascisti o neonazisti. Da tempo chiede la chiusura di tutte le moschee e il divieto di ingresso nel paese per i musulmani. Fra le altre cose è fortemente euroscettico e ha detto più volte che vorrebbe un referendum per l’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione Europea.

A marzo, oltre a rinunciare a proporsi come primo ministro, Wilders aveva anche cominciato a ridimensionare molto la sua opposizione all’invio di armi in Ucraina.

Il ruolo di Wilders e del suo partito è stato comunque decisivo per mettere insieme una coalizione di governo: Pieter Omtzigt, leader dell’NSC, ha detto che sarà lo stesso Wilders a proporre un candidato primo ministro, che dovrà poi ottenere la fiducia in parlamento. I media olandesi danno come principale candidato alla carica di primo ministro Ronald Plasterk, del partito Laburista (quindi esterno ai partiti che dovrebbero sostenere il nuovo governo), un politico di lunga esperienza che è già stato ministro dell’Interno e dell’Istruzione.

I dettagli dell’accordo annunciato da Wilders comunque non sono ancora noti: a marzo i quattro partiti avevano detto di voler puntare a formare un governo per metà composto da tecnici e per metà da politici, ma non è chiaro se siano ancora della stessa idea.

Il motivo per cui le contrattazioni per un nuovo governo stanno durando così tanto è che la politica olandese è molto frammentata: alle elezioni di sei mesi fa per esempio si erano presentati 26 partiti, e abitualmente per formare un governo è indispensabile che più formazioni politiche trovino un accordo. Sia prima che dopo le elezioni molti partiti avevano detto di non voler sostenere un governo con dentro il PVV di Wilders, che però aveva vinto le elezioni prendendo inaspettatamente il 23 per cento dei voti, 10 punti percentuali in più rispetto a quelli che gli attribuivano i sondaggi durante la campagna elettorale.