Il caso del finanziamento della Regione Lazio assegnato senza gara alla Croce Rossa

Lo propose il governatore Francesco Rocca, che fino al 2022 era presidente della Croce Rossa Italiana: secondo Repubblica sta indagando la Corte dei Conti

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca (ANSA/ANGELO CARCONI)
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca (ANSA/ANGELO CARCONI)
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Lo scorso dicembre la Regione Lazio stanziò 8 milioni di euro per finanziare un progetto della Croce Rossa, con lo scopo di migliorare l’accoglienza dei pazienti negli ospedali e nei pronto soccorso della regione. L’accordo fu approvato con un protocollo d’intesa, quindi senza alcuna gara pubblica. Secondo un articolo di Repubblica Roma pubblicato venerdì, la Corte dei Conti, cioè l’organo costituzionale che ha il compito di controllare i conti dello Stato, avrebbe aperto un’indagine per chiarire i dettagli dell’assegnazione e verificare la legittimità della procedura. La Corte non ha voluto né confermare né smentire l’esistenza dell’indagine.

In ogni caso il finanziamento era stato molto dibattuto a livello locale già prima della notizia data da Repubblica, perché riguardava un ente privato di cui peraltro il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è stato presidente tra il 2013 e il 2022.

Il finanziamento fa parte del progetto “Pronto Soccorso”, proposto e approvato lo scorso dicembre da Rocca stesso. Rocca è formalmente indipendente ma venne scelto da Fratelli d’Italia come candidato alle elezioni del 2023. Fino all’11 dicembre del 2023 è stato anche presidente della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC). L’accordo da 8 milioni di euro fu annunciato il 29 dicembre, circa due settimane dopo le dimissioni di Rocca da presidente dell’IFRC.

Il progetto impegna la Regione Lazio a versare finanziamenti per 8 milioni di euro tra il 2023 e il 2025 ai comitati del Lazio della Croce Rossa Italiana, per «migliorare i processi di relazione tra il cittadino e i servizi resi dalle strutture ospedaliere» della regione, e così «trasformare radicalmente l’esperienza dei cittadini nell’assistenza sociosanitaria». In sostanza, il progetto permette ai volontari della Croce Rossa di operare nelle strutture sanitarie, a partire dai pronto soccorso, per accogliere i pazienti e aiutarli a orientarsi negli ospedali.

La modalità di assegnazione del finanziamento, senza gara, era stata criticata da alcuni esponenti dell’opposizione, secondo i quali sarebbe poco trasparente e inopportuna, a causa soprattutto dei legami professionali tra Rocca e la Croce Rossa. A fine dicembre il consigliere regionale Massimiliano Valeriani, del Partito Democratico, scrisse su Facebook che intendeva convocare una «Commissione Sanità straordinaria» per «conoscere i dettagli di questa ennesima carineria nei confronti del privato a scapito del pubblico». A gennaio Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità e ora consigliere regionale eletto con Azione, aveva presentato un’interrogazione per invitare il governatore a chiarire.

Le conseguenze legali e contabili della vicenda non sono ancora del tutto chiare. Secondo l’articolo di Repubblica, i magistrati della Corte dei Conti avrebbero chiesto all’ufficio di gabinetto di Rocca di fornire le copie di tutti gli atti relativi alla decisione, insieme a una relazione dettagliata sulle procedure seguite. Tuttavia l’ufficio stampa ha riferito che la procura regionale del Lazio della Corte «non conferma né smentisce» l’indagine, mentre il gruppo regionale del Partito Democratico ha diffuso un comunicato sullo «scandalo» dei fondi pubblici erogati dalla Regione alla Croce Rossa, definito frutto di una «scelta opaca, molto discutibile su cui oggi anche la Corte dei Conti ha deciso di fare giustamente chiarezza». Ma anche il gruppo regionale del PD con ogni probabilità si è rifatto all’articolo di Repubblica. Daniele Leodori, il segretario regionale del partito, ha precisato che il gruppo sta ancora «cercando di capire» i dettagli della vicenda.