Sta per cominciare l’Eurovision Song Contest

Si terrà tra il 7 e l'11 maggio in Svezia, tra le polemiche legate alla presenza di Israele: per l'Italia ci sarà la vincitrice di Sanremo, Angelina Mango

L'allestimento dell'Eurovision Village a Malmö, Svezia, 2 maggio 2024
L'allestimento dell'Eurovision Village a Malmö, Svezia, 2 maggio 2024 (EPA/ Johan Nilsson via ANSA)

A Malmö, nel sud della Svezia, sono in corso gli ultimi preparativi per l’Eurovision Song Contest, la più seguita competizione musicale europea, nonché uno dei principali eventi televisivi internazionali non sportivi. Quella in programma tra il 7 e l’11 maggio sarà la 68esima edizione della manifestazione, che da ormai una decina d’anni è tornata a essere popolare anche in Italia. Quest’anno l’evento però è fortemente condizionato dalla guerra in corso dallo scorso ottobre nella Striscia di Gaza e la partecipazione di Israele, che già ha dovuto modificare la sua canzone in gara, è fortemente contestata da una parte dell’opinione pubblica, specialmente nel Nord Europa.

– Ascolta anche: L’ineludibile podcast del Post sull’Eurovision Song Contest

L’Eurovision è organizzato fin dal 1956 dall’European Broadcasting Union (EBU), l’ente che riunisce le principali tv pubbliche di decine di paesi, principalmente europei. Oltre a questi vi partecipano anche Armenia, Azerbaijan e appunto Israele, oltre all’Australia, che venne invitata per la prima volta nel 2015, in occasione del 60esimo anniversario dell’evento.

Ogni anno la manifestazione si tiene nel paese che ha vinto l’edizione precedente: quest’anno sarà in Svezia perché quella del 2023 a Liverpool fu vinta dalla cantante svedese Loreen, la prima donna ad aver vinto la competizione più di una volta, dopo la vittoria del 2012 con “Euphoria”. Sarà il settimo Eurovision organizzato in Svezia e il terzo a Malmö, assieme a quelli del 1992 e del 2013, in cui per l’Italia si esibirono rispettivamente Mia Martini e Marco Mengoni, arrivati quarta e settimo. Stavolta l’Italia sarà rappresentata da Angelina Mango, vincitrice del Festival di Sanremo alla sua prima partecipazione con “La noia” e tra le favorite anche a Malmö.

A caratterizzare l’Eurovision Song Contest sono le esibizioni solitamente molto elaborate e pirotecniche, con un grande valore produttivo applicato allo spettacolo di luci, alle coreografie, ad abiti e costumi e agli altri effetti visivi. La proposta musicale rientra per la stragrande maggioranza nel pop da classifica e negli altri generi più popolari nel mercato discografico, dal reggaeton all’hip hop, a volte reinterpretati in chiave demenziale: i cantanti infatti puntano spesso sul farsi notare più dal punto di vista dell’esibizione che da quello della qualità delle canzoni, che infatti generalmente scarseggia.

È insomma uno spettacolo più televisivo che musicale, e in buona parte le canzoni presentate smettono di essere prese in considerazione dal grande pubblico una volta terminato il concorso. Non è però sempre così: il gruppo italiano dei Måneskin, per esempio, iniziò la sua fortunata carriera internazionale proprio con la vittoria all’Eurovision, nel 2021.

L’Eurovision 2024 si terrà come sempre in tre serate: due semifinali martedì 7 e giovedì 9 maggio più la finale, sabato 11. I paesi partecipanti saranno 37, 27 dei quali presentano cantanti solisti, più sette duetti e tre gruppi. La più giovane in gara sarà la 17enne Silia Kapsis, per Cipro, e quella più anziana María Bas dei Nebulossa, il duo spagnolo che ha fatto discutere il paese per la canzone che si intitola “Zorra”, come la parola spagnola che indica in maniera offensiva una “prostituta”, una “zoccola”. Come capita praticamente ogni anno, l’Eurovision è traboccato nella politica di un paese, arrivando a coinvolgere il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, che ha difeso il testo della canzone dai gruppi conservatori che la contestavano.

C’era peraltro il rischio che gli organizzatori dell’Eurovision non accettassero la canzone, visto che le regole molto rigide per partecipare al festival impediscono di usare «insulti o un linguaggio inaccettabile» nei testi, così come di includere messaggi politici, pena la squalifica. Per l’EBU tuttavia la canzone è idonea a partecipare, senza modifiche, perché “zorra” viene usato per sovvertire e riappropriarsi di un termine usato nel linguaggio sessista (un po’ come accade nella comunità afroamericana con quest’altro).

Non è invece stato così per Israele, che ha dovuto cambiare il titolo e il testo della canzone dell’artista Eden Golan, inizialmente rifiutata per violazione delle regole sulla neutralità politica dell’evento. La canzone di Golan si intitolava “October Rain”, cioè “Pioggia d’ottobre”, e alludeva agli attacchi del 7 ottobre contro i civili israeliani sia nel titolo, sia in alcuni suoi versi, come quelli in cui compare la parola «fiori», che nel gergo dell’esercito israeliano è utilizzata per descrivere i soldati uccisi dall’inizio della guerra. Alla fine la rete televisiva pubblica di Israele, Kan, ha accettato di cambiare il testo e il titolo della canzone, che adesso verrà presentata come “Hurricane” ed è stata privata di riferimenti diretti al massacro.

In passato era capitato che certi cantanti venissero squalificati dall’Eurovision per aver presentato canzoni con contenuti politici. Accadde per esempio nel 2009, quando la Georgia fu esclusa per un titolo che conteneva riferimenti al presidente autoritario russo Vladimir Putin, mentre nel 2021 la Bielorussia venne squalificata per aver tentato di presentare per due volte una canzone con un velato messaggio politico in favore del regime di Alexander Lukashenko. Nel 2022 invece la Russia fu espulsa a causa dell’invasione in Ucraina: una decisione che secondo molti critici avrebbe dovuto essere applicata anche a Israele per l’invasione e i bombardamenti a Gaza, che hanno ucciso finora oltre 34mila persone. Centinaia di musicisti di diversi paesi, tra cui Svezia, Danimarca e Islanda, hanno firmato delle petizioni per chiedere all’EBU di non ammettere Israele all’Eurovision per via della guerra, e online si sono diffuse delle campagne di boicottaggio.

In questi giorni l’EBU ha detto che le critiche nei confronti della partecipazione di Israele alla competizione sono «inaccettabili e del tutto ingiuste». Ha inoltre fatto sapere che si riserverà il diritto di eliminare eventuali bandiere o simboli palestinesi durante l’evento nella città svedese, in occasione del quale sono previste proteste.

Nella prima semifinale si esibiranno quindici cantanti e nella seconda altri sedici, tra i quali verranno scelti venti dei ventisei finalisti: quelli dei cinque paesi fondatori dell’evento – Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito – sono infatti qualificati di diritto alla finale, assieme a quello del vincitore dell’ultima edizione, in questo caso la Svezia. Grazie a una modifica del regolamento quest’anno per la prima volta anche i cantanti dei cosiddetti Big Five si esibiranno durante le semifinali, pur essendo sempre qualificati in automatico: Angelina Mango canterà il giovedì.

A decidere chi andrà in finale sarà il pubblico, votando tramite app o sul sito dell’Eurovision: dal 2023 si può votare anche dai paesi che non partecipano all’evento, ma non si può invece votare per la canzone del proprio paese. Per la finale, come di consueto, oltre al voto del pubblico ci sarà anche quello delle giurie di esperti di ciascuno dei paesi qualificati.

Secondo il sito Eurovisionworld, al momento il favorito per la vittoria sarebbe Baby Lasagna, che presenta la canzone “Rim Tim Tagi Dim” per la Croazia, seguito da Nemo per la Svizzera con “The Code” e dalle ucraine alyona alyona & Jerry Heil con “Teresa & Maria”. Al quarto posto nelle previsioni del sito c’è proprio Angelina Mango, seguita dall’olandese Joost Klein con “Europapa”.

Le serate di martedì e giovedì verranno trasmesse in diretta su Rai 2, mentre la finale sarà su Rai 1, sempre con il commento di Mara Maionchi e Gabriele Corsi. Si potranno vedere anche in streaming su RaiPlay, su Rainews.it e sul canale YouTube di Eurovision, oppure ascoltare in diretta su Rai Radio 2.

L’Eurovision sarà presentato dall’attrice svedese Malin Åkerman e dalla comica e conduttrice televisiva Petra Mede, che lo condusse anche nel 2013 e nel 2016. Dal momento che questa edizione sarà anche quella del cinquantesimo anniversario della prima vittoria del celeberrimo gruppo pop svedese degli Abba, con l’altrettanto famosa “Waterloo”, girano voci di un loro possibile cameo: nel 2023 i due uomini del quartetto, Benny Andersson e Bjorn Ulvaeus, avevano però detto alla BBC di escludere una reunion in occasione del concorso.

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