Israele ha approvato la costruzione di 3.400 nuove abitazioni nelle sue colonie in Cisgiordania
È la prima volta dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre
Mercoledì il Comitato superiore di pianificazione dell’amministrazione civile, l’organo del governo israeliano che prende le decisioni relative alla pianificazione delle colonie in Cisgiordania, ha approvato i progetti per la costruzione di 3.400 nuove abitazioni all’interno di diversi insediamenti. Soltanto nell’ultimo anno è stata approvata la costruzione di 18.515 case in queste colonie, ma il Comitato non si riuniva da giugno dell’anno scorso.
Le colonie sono insediamenti che da decenni Israele mantiene e amplia in Cisgiordania, che però è un territorio che secondo gran parte della comunità internazionale appartiene ai palestinesi: per questo motivo sono generalmente considerate illegali, benché Israele lo contesti. Sono ritenute il principale ostacolo a una pace duratura fra israeliani e palestinesi. Ormai da anni, però, in Israele non esiste alcun dibattito vero sul loro smantellamento. Sia perché ritenuto concretamente poco realizzabile, dato che ormai in molti casi queste colonie assomigliano a piccole città e ci vivono circa 500 mila persone, oltre alle 220 mila che vivono negli insediamenti di Gerusalemme est; sia perché i diversi governi di destra che si sono succeduti negli anni hanno sempre promesso di proteggerle e ampliarle. Il governo attuale, guidato da Benjamin Netanyahu e sostenuto da una maggioranza di destra, ha inserito l’espansione delle colonie in Cisgiordania nel suo programma.
Circa il 70 per cento delle abitazioni appena approvate sarà costruito a Ma’ale Adumim, a est di Gerusalemme, mentre il resto nelle vicine Kedar ed Efrat, a sud di Betlemme. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, principale responsabile del comitato, ha definito l’espansione «una risposta sionista appropriata» all’attacco armato avvenuto due settimane fa vicino a Ma’ale Adumim, in cui tre persone palestinesi avevano sparato sulle auto ferme in coda prima di un posto di blocco al confine fra Gerusalemme e la Cisgiordania, uccidendo un uomo e ferendo undici persone.
Smotrich aveva già annunciato che il comitato avrebbe presto approvato nuovi progetti il giorno dell’attentato. Il segretario di stato statunitense Antony Blinken aveva detto che gli Stati Uniti sono contrari all’espansione degli insediamenti, che ritengono una violazione del diritto internazionale, e che a loro avviso «non fa altro che indebolire, e non rafforzare, la sicurezza di Israele».
In Cisgiordania gli scontri e le violenze tra i coloni israeliani (così vengono chiamati gli abitanti delle colonie) e i palestinesi sono frequenti, ma sono decisamente aumentate dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e il gruppo armato radicale palestinese Hamas. Sia prima che dopo la guerra ci sono stati vari casi di coloni armati che hanno ucciso persone palestinesi, e l’esercito israeliano conduce di frequente operazioni molto violente nei campi profughi palestinesi in Cisgiordania, giustificandole quasi sempre con ragioni di sicurezza.
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