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  • Giovedì 8 dicembre 2022

Putin ha detto che la guerra in Ucraina potrebbe essere «un processo a lungo termine»

In un discorso che è stato interpretato come un'ammissione delle grosse difficoltà che il suo esercito sta avendo sul campo 

Il presidente russo Vladimir Putin (Mikhail Metzel, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Il presidente russo Vladimir Putin (Mikhail Metzel, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

In un discorso pubblico tenuto mercoledì, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto capire che l’invasione dell’Ucraina potrebbe andare avanti ancora a lungo. Il discorso è stato trasmesso in diretta televisiva e ha toccato diverse questioni legate alla guerra, dalla sua durata al rischio che degeneri in una guerra nucleare. Riferendosi all’invasione dell’Ucraina, Putin ha detto: «per quanto riguarda la lentezza dell’operazione militare speciale [il termine usato da Putin per l’invasione, ndr], ovviamente può essere un processo a lungo termine».

Nel suo discorso Putin ha poi cercato di dare risalto a quelli che considera successi per la Russia: per esempio, parlando del fatto che l’esercito russo al momento controlla il mar d’Azov, Putin si è paragonato allo zar Pietro I, detto anche Pietro il Grande, che tra il 1695 e il 1696 conquistò l’accesso a quel tratto di mare sottraendolo all’impero Ottomano. Poi ha sostenuto di voler «difendere» le aree conquistate «con tutti i mezzi a disposizione».

Il discorso di Putin, in altre parole, ha fatto capire molto chiaramente come nonostante gli insuccessi sul campo e l’isolamento internazionale, la Russia non sia intenzionata a retrocedere né rispetto ai propri obiettivi né rispetto agli argomenti propagandistici con cui li ha difesi fin dall’inizio.

Finora i commenti di Putin sulla possibile durata della guerra sono stati piuttosto rari: secondo l’Institute for the Study of War, centro studi militare che segue quotidianamente l’andamento della guerra, Putin li ha fatti soprattutto in concomitanza con i fallimenti del suo esercito sul campo, come in questo caso. Nelle ultime settimane infatti l’esercito russo ha perso il controllo di aree che erano apparentemente sotto il suo saldo controllo, come nel caso della regione di Kherson, la cui capitale è stata liberata dagli ucraini a metà novembre.

Le controffensive ucraine hanno significativamente ridotto e indebolito l’avanzata della Russia, che attualmente controlla porzioni di territorio ucraino a est (Donetsk e Luhansk) e a sud (Zaporizhzhia e Kherson), oltre alla penisola di Crimea (invasa e annessa unilateralmente nel 2014). Max Seddon, corrispondente del Financial Times da Mosca, scrive che i commenti di Putin vanno interpretati come un suo tentativo di tenere a bada l’opinione pubblica data l’avanzata militare «a singhiozzo» dell’esercito.

Nel suo discorso Putin ha parlato anche del rischio che il conflitto in corso degeneri in una guerra nucleare. Da questo punto di vista si è mantenuto piuttosto cauto, pur reiterando in modo implicito le minacce che fa ormai da mesi. Putin ha detto che benché «la minaccia nucleare sia crescente» la Russia non userà questo tipo di armi «per prima». Questa precisazione va letta anche alla luce delle accuse che Putin fa da mesi all’Ucraina, sostenendo, senza prove, che l’Ucraina abbia avviato piani per dotarsi di armi atomiche. Putin, comunque, ha detto che la Russia «non è impazzita» ed è «consapevole di cosa siano le armi nucleari».

Putin ha infine detto che non ha intenzione di reclutare altri soldati da inviare in guerra, sostenendo che i 300mila riservisti reclutati lo scorso settembre siano sufficienti a portare avanti la campagna militare. La campagna di reclutamento citata era stata problematica assai contestata in Russia, con proteste anche violente in molte zone del paese.