Cosa dice il nuovo Dpcm
Sarà in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo e contiene le nuove regole su quali attività possono rimanere aperte, le cosiddette "aree bianche" e le visite nelle abitazioni private
Venerdì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm con le norme per il contenimento dell’epidemia da coronavirus che saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo 2021. Il decreto conferma il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 di mattina, l’obbligo di usare la mascherina anche all’aperto e la chiusura di palestre, piscine e cinema. I musei potranno riaprire dal lunedì al venerdì solo nelle regioni in area gialla. Il governo ha invece inasprito le misure per quanto riguarda l’asporto nei bar: per evitare assembramenti fuori dai locali sarà consentito acquistare cibo e bevande d’asporto soltanto fino alle 18.
Come aveva anticipato il ministro Speranza nel suo intervento alle Camere di mercoledì scorso, il Dpcm prevede la possibilità del passaggio delle regioni alla zona arancione o rossa in base ai nuovi criteri stabiliti dal decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 13 gennaio. Il Dpcm prevede inoltre che da lunedì 18 gennaio – salvo in area rossa – nelle scuole superiori di secondo gradi riprendano le lezioni in presenza almeno al 50 per cento e fino ad un massimo del 75 per cento delle ore di lezione. Per le scuole dell’infanzia, per le elementari e le medie (salvo in area rossa) la didattica continuerà a svolgersi integralmente in presenza. Le università dovranno predisporre dei «piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza», che tengano conto «delle esigenze formative e dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca».
Per quanto riguarda gli spostamenti il Dpcm stabilisce che almeno fino al 15 febbraio 2021 non ci si potrà spostare fra regioni, anche se considerate aree gialle, a meno di «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute». Resta sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Non si potranno quindi raggiungere le seconde case che si trovano fuori dalla regione (e se ci si trova in zona arancione fuori dal proprio comune di residenza): lo spostamento verso le seconde case è consentito solo per motivi di urgenza, ad esempio la riparazione di un guasto o per recuperare cose indispensabili, ma deve durare il tempo necessario a risolvere il problema. Sui mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, con esclusione del trasporto scolastico dedicato, sarà consentita una presenza massima del 50 per cento della capienza.
Nelle regioni in fascia rossa e arancione, per quanto riguarda le visite ad amici e parenti, «lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, nell’ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi». In pratica, sarà possibile accogliere due ospiti adulti fuori dal proprio nucleo convivente, una volta al giorno. Nelle regioni in area gialla le visite sono permesse nell’ambito del territorio regionale.
Chi è residente in un comune con meno di 5mila abitanti potrà spostarsi per una distanza non superiore a 30 chilometri fuori dai confini del comune stesso, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Il Dpcm conferma la possibilità che vengano introdotte le cosiddette “aree bianche” previste dal decreto legge approvato mercoledì: sono regioni in cui è accertata «una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti»; in quel caso potranno riaprire tutte le attività. Al momento nessuna regione presenta incidenza settimanale così bassa, e visto che il criterio prevede 3 settimane consecutive, non ci saranno comunque zone bianche prima della seconda settimana di febbraio.
Gli impianti sciistici potranno riaprire il 15 febbraio, ma «solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti». Anche le crociere potranno riprendere: «i servizi di crociera da parte delle navi passeggere di bandiera italiana – si legge nel Dpcm – possono essere svolti nel rispetto delle specifiche linee guida validate dal Comitato tecnico scientifico».