Il giornalista di Repubblica picchiato dalla polizia

A Genova, durante gli scontri tra i manifestanti antifascisti e gli agenti in concomitanza con un comizio di Casapound

(ANSA/LUCA ZENNARO)
(ANSA/LUCA ZENNARO)

Nel tardo pomeriggio del 23 maggio ci sono stati scontri a Genova tra la polizia e alcuni manifestanti che stavano partecipando a un corteo antifascista contro un comizio di Casapound. Ci sono 5 feriti tra cui Stefano Origone, un giornalista locale di Repubblica, che è stato malmenato a lungo dalla polizia benché non stesse facendo assolutamente nulla. Origone ha riportato un trauma cranico, la frattura di due dita e di due costole, e varie contusioni e ferite.

Al corteo hanno partecipato fra le quattromila e le cinquemila persone, una parte delle quali ha cercato di forzare il cordone di polizia che proteggeva il comizio. La polizia ha respinto i manifestanti con gas lacrimogeno e manganelli: secondo la ricostruzione del questore di Genova, Vincenzo Ciarambino, il cronista di Repubblica «era vicino a una persona fermata che stavamo portando via, c’è stato un tentativo da parte dei manifestanti di sottrarlo alla polizia ed è partita una carica, Origone non si è accorto in tempo della carica, è caduto e ha preso qualche colpo». Del caso di Origone parla diffusamente la prima pagina di Repubblica, il cui principale titolo in prima pagina è “Manganellato un nostro cronista”.

Origone ha raccontato che i poliziotti si sono fermati quando uno di loro, che lo conosceva, ha ripetuto più volte che era un giornalista.