L’ISIS ha ucciso Lorenzo Orsetti, un italiano che combatteva con i curdi in Siria

Il fumo dopo un bombardamento, Baghuz, 3 marzo (Bulent KILIC/Afp/LaPresse)
Il fumo dopo un bombardamento, Baghuz, 3 marzo (Bulent KILIC/Afp/LaPresse)

L’ISIS ha ucciso Lorenzo Orsetti, un italiano che combatteva in Siria con i curdi, insieme ad altri quattro militanti dello YPG, le milizie curde siriane, in un attacco a Baghuz, l’ultima città siriana ancora sotto il controllo dello Stato Islamico. La notizia è stata data da Amaq, una sorta di agenzia di stampa semi-ufficiale, su Telegram, insieme alle foto della tessera sanitaria e della carta di credito di Orsetti, e di una foto di un uomo morto con la divisa addosso. L’ISIS ha anche scritto che «il crociato italiano è stato ucciso negli scontri a Baghuz». Repubblica scrive che la morte di Orsetti è stata confermata anche da fonti di sicurezza italiane.

Il padre, Alessandro Orsetti, ha raccontato che «mi ha telefonato il suo comandante curdo e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a tutti quelli del suo gruppo in un contrattacco dell’ISIS stamani. Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con una unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare. Li hanno uccisi tutti».

Orsetti era nato a Firenze nel 1986 e combatteva da un anno e mezzo in Siria, a fianco dei curdi e contro lo Stato Islamico, con il nome di Tekoser. Un anno fa il Corriere fiorentino aveva raccontato la sua storia e la sua decisione di andare a combattere in Siria. In quell’occasione Orsetti aveva raccontato che «sono nato e cresciuto a Firenze. Ho lavorato per 13 anni nell’alta ristorazione: ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi è scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi».

La battaglia per riconquistare Baghuz è iniziata sabato 3 marzo, ed è portata avanti dalle Forze democratiche siriane (SDF), la coalizione di arabi e curdi che sta combattendo contro l’ISIS in Siria.