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  • Sabato 19 gennaio 2019

71 morti nell’esplosione di un oleodotto in Messico

È stata causata da un tentativo di furto di carburante nello stato dell'Hidalgo

Alcuni soldati messicani nella zona in cui un oleodotto è esploso vicino alla città di Tlahuelilpan, in Messico, il 18 gennaio 2019 (Ministero della Difesa messicano via AP)
Alcuni soldati messicani nella zona in cui un oleodotto è esploso vicino alla città di Tlahuelilpan, in Messico, il 18 gennaio 2019 (Ministero della Difesa messicano via AP)

Venerdì notte in Messico almeno 71 persone sono morte nell’esplosione di un oleodotto. L’incidente è avvenuto a Tlahuelilpan, nello stato centrale dell’Hidalgo, circa 130 chilometri a nord di Città del Messico. L’azienda petrolifera statale Pemex ha detto che l’esplosione è stata causata da un rubinetto installato illegalmente sull’oleodotto – che collega la città costiera di Tuxpan a Tula – per rubare carburante. I furti di questo tipo sono molto comuni in Messico: ogni anno viene rubato l’equivalente di 3 miliardi di dollari di carburante, con conseguenze su tutto il settore energetico.

Andrés Manuel López Obrador, presidente del Messico da dicembre, ha detto su Twitter di aver «invitato l’intero governo a dare assistenza alle persone colpite dall’esplosione». I feriti ustionati sono stati trasferiti negli ospedali di Città del Messico.

Subito dopo essere diventato presidente, López Obrador ha cominciato una lotta ai furti di carburante, legati a una grave crisi petrolifera in corso nel paese. A Città del Messico e in molte altre zone c’è carenza di benzina: i prezzi sono alti e alle stazioni di servizio ci sono lunghe code. Il carburante rubato, che spesso viene venduto nelle stesse stazioni di servizio, costa molto meno e fa perdere molto denaro allo stato: più di 2,7 miliardi di euro nel solo 2018.

Una delle priorità di López Obrador è fermare le gang criminali, gli huachicoleros, responsabili di questi furti e del mercato nero del carburante. Tra le misure adottate finora per raggiungere questo obiettivo c’è stata la chiusura di molti oleodotti considerati particolarmente vulnerabili. Questa strategia ha però aggravato la carenza di carburante in molte zone del paese, perché il trasporto via oleodotto è stato sostituito dal più lento trasporto su strada. López Obrador ha anche mobilitato quattromila militari e poliziotti per monitorare alcuni tratti degli oleodotti. Il presidente pensa che i furti di carburante avvengano grazie a complici all’interno di Pemex e tra le autorità locali e ritiene che finora le sue strategie li abbiano ridotti.

Come si è visto, i furti di carburante oltre ad aggravare la crisi energetica del paese sono anche pericolosi. Non è la prima volta che un oleodotto esplode per via di un rubinetto illegale: nel 2010 era successo nello stato di Puebla, e 27 persone erano morte.