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  • Mercoledì 14 novembre 2018

I primi migranti della carovana sono arrivati al confine con gli Stati Uniti

Sono circa 400, che si sono separati dal gruppo principale e hanno proseguito in autobus: ma Trump sta alzando il tiro

Migranti al confine tra Stati Uniti e Messico a Tijuana. (GUILLERMO ARIAS/AFP/Getty Images)
Migranti al confine tra Stati Uniti e Messico a Tijuana. (GUILLERMO ARIAS/AFP/Getty Images)

Circa 400 persone della carovana di migranti che da diverse settimane sta attraversando il Centro America sono arrivate al confine tra Messico e Stati Uniti, nella città di Tijuana. Anche se il gruppo principale della carovana è ancora a oltre 2.000 chilometri dal confine, i 400 migranti si sono separati dal resto del gruppo – composto al momento da circa 5.000 persone – a Città del Messico, proseguendo il viaggio su alcuni autobus. Ora vorrebbero entrare negli Stati Uniti, nonostante da settimane il presidente Donald Trump dica che farà di tutto per impedirlo: per ora ha ordinato il dispiegamento di circa 9.000 soldati al confine.

I migranti che hanno raggiunto il confine martedì si sono uniti a un gruppo di 80 persone che era già arrivato domenica, e tra i quali ci sono diverse persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, che hanno raccontato ai giornalisti di essersi staccate dal gruppo per le ripetute discriminazioni subite dagli abitanti dei luoghi attraversati e dagli altri migranti del gruppo principale.

La prima città statunitense oltre il confine è Chula Vista, un sobborgo di San Diego, all’estremo sud della California. La US Customs and Border Protection (CBP), l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza dei confini, ha detto che chiuderà alcune strade tra San Ysidro e Otay Mesa, le due località sul confine, per installare nuovo filo spinato e barricate.

Il segretario della Difesa statunitense Jim Mattis arriverà sul confine mercoledì. La settimana scorsa, intanto, Trump ha firmato un decreto che limita la possibilità di richiedere asilo ai soli migranti che attraversano il confine con il Messico in uno degli accessi designati. Nelvin Mejía, una donna transgender arrivata insieme al gruppo di martedì, ha detto al Guardian che preferisce essere incarcerata negli Stati Uniti che rimanere nel suo paese, dove il mese scorso è stato ucciso il suo partner.

La prima carovana di migranti – che stanno scappando da persecuzioni, povertà e violenze – era partita dall’Honduras lo scorso 12 ottobre, coinvolgendo circa 5 mila persone. Attraverso il Guatemala e il Messico, i migranti seguono le rotte usate per decenni dai migranti latinoamericani che tentavano di raggiungere il territorio statunitense. Nelle settimane successive in America centrale si sono formate nuove carovane, seguendo sempre la stessa logica: non più viaggiare nascosti, per esempio nei carichi dei camion o seguendo le indicazioni dei trafficanti di esseri umani, ma muoversi in gruppi numerosi, sperando così di guadagnarne in sicurezza.

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