Il video di Fanpage sullo smaltimento dei rifiuti in Campania
È stato pubblicato dopo le perquisizioni della procura di Napoli a casa di Roberto De Luca, figlio di Vincenzo, indagato per corruzione
Il 17 febbraio la testata online Fanpage ha pubblicato il secondo di sette video di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti in Campania e sul controllo illecito degli appalti pubblici nel settore. Del video si parlava da qualche giorno: giovedì scorso, infatti, nel tentativo di anticipare l’inchiesta di Fanpage ed evitare che l’indagine venisse compromessa, la procura di Napoli aveva ordinato varie perquisizioni, tra cui quelle dell’abitazione e lo studio professionale da commercialista di Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Partito Democratico al comune di Salerno e figlio del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Roberto De Luca è indagato per corruzione.
Nel video che riguarda De Luca, Fanpage ha usato come infiltrato l’ex camorrista con esperienza nel traffico dei rifiuti e collaboratore di giustizia Nunzio Perrella. Perella, che fa capire che avrebbe voluto infiltrarsi per conto della procura ma di non avere ottenuto il permesso, finge di voler proporre la propria azienda, «una multinazionale», per lo smaltimento di ecoballe (cilindri di grosse dimensioni in cui si compattano i rifiuti solidi urbani, trattati eliminando le parti non combustibili e le materie organiche) all’estero, e per questo fa organizzare un incontro con De Luca. Nell’incontro – ripreso da Fanpage con una telecamera nascosta indosso a Perrella – non si parla di tangenti: Perrella però ne parla in un secondo momento, sempre ripreso, con Colletta, un ex candidato alle elezioni comunali di Angri (Salerno) con il centrodestra. Colletta viene presentato a Perrella come «socio in affari di Roberto De Luca», e dal video sembrerebbe alludere al fatto che nella tangente è compresa una parte per Roberto De Luca.
Fanpage aveva spiegato che durante Roberto De Luca si era proposto come intermediario per la questione di smaltimento di rifiuti nonostante non ne avesse titolo: «Il suo ruolo di assessore comunale a Salerno non gli dà alcun potere per sedersi al tavolo e ragionare di questi argomenti, tuttavia De Luca jr. vanta la possibilità di intervenire a livello regionale».
Nell’inchiesta della procura di Napoli è indagato per corruzione anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, candidato alla Camera alle elezioni del prossimo 4 marzo: di Passariello si parlava nel primo video dell’indagine di Fanpage, pubblicato il 16 febbraio. Secondo i giornali risultano coinvolti nelle indagini anche degli imprenditori, un commercialista e alcuni dipendenti della società regionale Sma, che in Campania si occupa di bonifiche ambientali. In totale si tratterebbe di una decina di persone. L’indagine è coordinata dal procuratore Giovanni Melillo con il procuratore Giuseppe Borrelli e i pubblici ministeri Ilaria Sasso del Verme, Sergio Amato, Celeste Carrano, Ivana Fulco e il controverso magistrato Henry John Woodcock.
Roberto De Luca ha risposto alle notizie dell’indagine su di lui tramite il suo avvocato Andrea Cataldo:
«Prosegua l’accertamento dei fatti senza guardare in faccia a nessuno e venga chiarito ogni aspetto della vicenda. Non aggiungo altro per l’elementare doveroso rispetto per il lavoro che sta svolgendo all’autorità giudiziaria. Sono certo che tutto sarà chiarito rispetto a questioni con le quali non c’entro assolutamente nulla e che sono tra l’altro sotto il controllo dell’Autorità anticorruzione a tutela delle esigenze di trasparenza e correttezza. Mi auguro ora che si ponga termine ad attacchi politici e personali strumentali violenti al di fuori di ogni regola di semplice civiltà».
Non è coinvolto nell’indagine Piero De Luca, l’altro figlio del governatore della Campania candidato alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico, come ha sottolineato Matteo Renzi in un’intervista al direttore del Tg di Telenorba Vincenzo Magistà.
Anche Vincenzo De Luca, padre di Roberto e a sua volta controverso governatore della Campania del PD, ha commentato l’inchiesta, definendola «oltre ogni decenza» e «oltre ogni vergogna», per aver usato «camorristi trafficanti di cocaina».
Dunque, ci siamo.
In Italia siamo giunti alla barbarie.
Camorristi trafficanti di cocaina, ingaggiati per mettere in atto operazioni oscure di aggressione personale e politica.
Oltre ogni decenza. Oltre ogni vergogna.— Vincenzo De Luca (@VincenzoDeLuca) February 17, 2018