Cosa dice la legge contro l’apologia del fascismo
Se verrà approvata anche dal Senato proibirà di fare il saluto romano e vendere oggetti con slogan e immagini fasciste
Ieri sera, dopo tre ore di dibattito, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge del deputato PD Emanuele Fiano che rende reato l’apologia e la propaganda fatta tramite i simboli del fascismo. La proposta prevede da sei mesi a due anni di reclusione per chi fa saluti romani o vende materiale che richiama i regimi totalitari. La Camera ha approvato il testo con 261 sì, 122 no e 15 astenuti. A votare contro la legge, che ora dovrà passare al Senato per l’approvazione definitiva, sono stati Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia.
La legge introduce nel codice penale un nuovo articolo, il 293-bis (qui trovate una scheda di lettura della legge), che punisce «chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco». Sarà quindi vietato fare il saluto romano, vendere oggetti che raffigurano Hitler o Mussolini o slogan e simboli chiaramente riferibili ai due dittatori o ai loro regimi. Le pene per chi commette queste reati saranno tra i sei mesi e i due anni e saranno aumentate di un terzo se il reato viene commesso su internet. La legge renderà in teoria impossibile fare saluti fascisti durante manifestazioni pubbliche e impedirà la vendita di oggetti e memorabilia del fascismo, che in Italia hanno avuto un grande mercato negli ultimi anni.
La nuova legge è composta da un unico articolo:
«Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici»
L’apologia del fascismo al momento è regolata soltanto dalla legge Scelba del 1952, considerata però piuttosto permissiva. La legge venne approvata per mettere in atto la XII disposizione transitoria della Costituzione italiana, che recita: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». La legge Scelba, oltre a vietare la ricostituzione del partito fascista, punisce anche «chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». La legge Fiano è molto più precisa e severa della legge Scelba e probabilmente, se sarà approvata definitivamente, limiterà molto di più la possibilità di riprodurre e diffondere immagini e propaganda legati al fascismo.
La legge ora dovrà passare al Senato, dove in teoria la maggioranza dovrebbe avere numeri sufficienti ad approvarla definitivamente, visto che i centristi alleati del governo per il momento hanno votato co il PD. Al Senato, però, i numeri sono molti più risicati e basterebbe la defezione di alcuni senatori della maggioranza per bloccare la legge.