I fidget spinner ci hanno insegnato delle cose
Almeno su come sta cambiando il lavoro delle aziende e dei rivenditori di giocattoli, ma non solo
I fidget spinner sono stati una moda intensa ma breve. Per qualche settimana (da maggio in poi, almeno in Italia) sono stati piuttosto diffusi, poi sono quasi spariti. L’Economist ha riassunto come è nata la moda e soprattutto ha sottolineato una lezione che si può trarre dal fenomeno: il lavoro di chi produce e vende giocattoli, ma anche altri prodotti legati alle mode che riguardano i ragazzi e i bambini, sta cambiando parecchio.
I fidget spinner sono piccoli oggetti in plastica e metallo, che consistono sostanzialmente in un perno centrale intorno al quale ruota una struttura composta da alcune (in genere tre) estremità arrotondate. Usarli è semplice: li si tiene per il perno centrale, o li si appoggia da qualche parte (volendo anche sul proprio naso, per esempio, ma bisogna essere molto in gamba) e li si fa ruotare dando un colpo alle “pale” per farle girare. Ne deriva un movimento fluido e continuo, che può durare anche minuti e può essere prolungato colpendo rapidamente le pale. Li si usa, se ancora qualcuno li usa, come passatempo e, per quelli bravi, come strumento per fare cose un po’ più complicate.
I fidget spinner furono inventati nel 1993 da Catherine Hettinger, una donna di Orlando, in Florida, che voleva costruire un oggetto che aiutasse i bambini a mantenere la concentrazione e a scaricare lo stress, per evitare che diventassero irascibili e violenti fin da piccoli: un’argomentazione che, come ha scritto il New York Times, ha «poco supporto scientifico». Nel 2005 Hettinger non rinnovò però i diritti sul brevetto, e altri iniziarono a produrli. Le persone che li compravano continuavano però a non essere così tante; sembra che a cambiare le cose fu un articolo di Forbes, che a fine 2016 scrisse: «I fidget spinner sono i giochi da ufficio da avere nel 2017».
Negli Stati Uniti la moda dei fidget spinner iniziò a febbraio e già a maggio tutti i 20 giochi più venduti su Amazon erano fidget spinner o fidget cube, un piccolo cubo con bottoni e interruttori, pensato come anti-stress da ufficio. Frédérique Tutt – un analista del mercato dei giocattoli per NPD, una società che si occupa di analisi di mercato – ha detto che è impossibile sapere quanti fidget spinner siano stati venduti (perché chiunque poteva farli, ed erano pure facili da fare) ma che si stima che, nei primi sei mesi del 2017, nei 12 paesi più ricchi del mondo ne siano stati venduti almeno 19 milioni. L’Economist cita altre stime secondo le quali i fidget spinner venduti sono stati in tutto 50 milioni.
Il fatto che qualsiasi azienda di giocattoli e non solo potesse costruire i fidget spinner, e che non fossero un fenomeno pianificato da una sola grande società, è collegato alla loro veloce diffusione. «Erano un giocattolo che i ragazzini stessi hanno scoperto sui social media, in particolare su Instagram e YouTube», ha scritto l’Economist, e in molti casi erano fatti in Cina, spesso da società che producevano componenti e accessori per smartphone. In alternativa, li si poteva addirittura fare con le stampanti 3D. Insomma, «una pacchia per i piccoli negozi, che potevano prendere questi oggetti senza marca dove volevano».
Andrew Moulsher – che gestisce Peterkin, una società che importa giocattoli nel Regno Unito – ha detto che è stato un importante «spartiacque», perché «prima i grandi rivenditori erano soliti pianificare il loro inventario con anche 18 mesi di anticipo», provando ad anticipare cosa sarebbe andato di moda o anche decidendolo e basta, al buio. Moulsher ha spiegato che nel caso dei fidget spinner i grandi rivenditori sono stati svantaggiati rispetto ai piccoli, che potevano muoversi più in fretta. I fidget spinner hanno quindi contribuito a un cambiamento che in parte era già in atto: invece di decidere dall’alto cosa andrà di moda, i rivenditori, le società e i negozianti devono più che altro stare attenti a cosa va già di moda, magari seguendo le tendenze su YouTube.
Il problema, ovviamente, è capire quali video YouTube guardare o, più in generale, quali fenomeni intercettare prima che diventino delle mode. Moulsher, per esempio ha detto di aver iniziato a importare dal Giappone i roller, degli aggeggi che hanno un’utilità pari a quella dei fidget spinner (quindi quasi nulla): ha detto di averne venduti già 40mila.