Ognuno è re in casa sua
Da 15 anni Tom Atwood ritrae persone gay nei posti in cui vivono: a volte gli unici dove possono essere veramente sé stessi
Vent’anni fa la maggior parte dei ritratti di persone omosessuali ricadeva in due categorie: quelle che ne esaltavano la bellezza fisica e ne esasperavano la sessualità, e quelle che raccontavano la piaga dell’AIDS mostrando corpi macilenti e in fin di vita. Il racconto della quotidianità era raro ed eccezionale, come la serie fotografica At Home With Themselves: Same-Sex Couples in 1980s America, in cui la statunitense Sage Sohier fotografava la vita delle coppie gay degli anni Ottanta. Un lavoro simile è quello di Tom Atwood, che iniziò a ritrarre le persone gay nelle loro case nel 2001, un po’ per rappresentarle in modo familiare e meno stereotipato, un po’ per mostrare la bellezza dei posti in cui molti abitavano: «Mi misi a fotografare le persone gay nella loro casa perché sono gay e ne conoscevo molti. E penso che soprattutto molti uomini gay abbiano un certo gusto per il design e vivano in posti davvero interessanti». Il progetto è ora pubblicato da Damiani nel libro Kings & Queens in Their Castles, che raccoglie i ritratti di 350 persone in 30 diversi stati americani, tra cui cento personaggi pubblici e famosi, come l’attore e regista Alan Cumming, George Takei, il regista di Grease Randal Kleiser, Michael Urie di Ugly Betty e il tuffatore Greg Louganis.
Atwood ricorda anche che negli anni Novanta essere apertamente gay non era facile: se ne parlava ma poco, alcune celebrità avevano fatto coming out, c’erano personaggi gay in tv ma sempre stereotipati ed effeminati. L’omosessualità era ancora qualcosa da tenere nascosta e vivere in sordina; l’unico posto dove esprimere davvero sé stessi era tra le mura di casa, che diventava, dice Atwood, «una sorta di santuario». Ce ne sono alcune decorate in modi stravaganti, come quella del regista John Waters che ha una sedia elettrica all’entrata e frutta finta ovunque; oppure quella della drag queen Mother Flawless Sabrina, piena di parrucche e suoi ritratti, un Picasso e foglie d’oro sul soffitto; altre invece sono «molto austere e coloniali, come se chi ci viveva volesse dire “sono come tutti gli altri”».
Atwood è nato in Vermont, ha 45 anni e dopo aver studiato Economia e Politica a Harvard e Cambridge si è dedicato alla fotografia da autodidatta iniziando a lavorare nella pubblicità, prendendo a modello soprattutto Gregory Crewdson, Joel Sternfeld, Arnold Newman e David LaChappelle. È diventato famoso nel 2005 con il libro Kings in Their Castles, che ritraeva 71 uomini gay nelle loro case, perlopiù a New York, e che è il punto di partenza per il suo nuovo libro. I suoi lavori, a metà strada tra ritratto e fotografia d’interni, sono stati esposti in importanti gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York.