I taxi gialli fanno meno incidenti
Almeno rispetto a quelli blu, secondo un nuovo e ampio studio realizzato a Singapore (e perché in Italia i taxi sono bianchi?)
I taxi gialli hanno meno probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali rispetto ai taxi blu, almeno secondo uno studio molto articolato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università nazionale di Singapore. Le loro conclusioni, basate su un’ampia serie di dati, confermano ciò che hanno sempre pensato in molti, clienti dei taxi compresi: il giallo è uno dei colori che spicca di più, soprattutto sull’asfalto, ed è quindi ideale non solo per avvistare facilmente un taxi da fermare, ma anche per accorgersi della loro presenza quando si sta guidando nel traffico, soprattutto nelle città dove ce ne sono migliaia in servizio.
Ci sono diverse storie e teorie sul perché a un certo punto si decise di dipingere di giallo i taxi. Una delle più affermate racconta che nel 1907 il signor John D. Hertz, proprietario di una compagnia di taxi a Chicago, avesse commissionato ad alcuni ricercatori dell’università cittadina una ricerca per determinare quale fosse il colore più adatto per le sue automobili. All’epoca quasi tutte le auto in circolazione erano nere, quindi i ricercatori conclusero che la soluzione migliore fosse adottare il giallo, per fare spiccare i taxi nel resto del traffico. L’obiettivo di Hertz non era tanto la sicurezza stradale, quanto aumentare il più possibile il numero di corse a pagamento, rendendo riconoscibili immediatamente i suoi taxi in circolazione per Chicago.
A distanza di quasi 110 anni, Ho Teck Hua dell’università di Singapore ha condotto uno studio approfondito sui colori dei taxi, per capire come la scelta di un colore rispetto a un altro possa influire sul numero di incidenti. Lo studio è stato condotto su una delle società di taxi più grandi di Singapore, nata dalla fusione di due aziende più piccole: una utilizzava taxi gialli, l’altra taxi blu. Attualmente la nuova società controlla 4.175 automobili gialle e 12.525 automobili blu, tutte dello stesso modello (Hyundai Sonata) e sottoposte agli stessi cicli di manutenzione. I ricercatori hanno quindi ipotizzato che l’unica vera differenza, oltre alle capacità dei singoli autisti di muoversi nel traffico, fosse il colore delle automobili.
Per verificare la loro teoria, Ho e colleghi hanno analizzato gli ultimi tre anni di attività forniti dall’azienda. Hanno scoperto che i taxi blu sono stati coinvolti in media in 71,7 incidenti ogni 1000 automobili al mese, mentre la media per quelli gialli è stata 65,5. Nel complesso i taxi gialli hanno avuto il 9 per cento in meno di probabilità di essere coinvolti in un incidente.
Restava però il problema di escludere, o per lo meno ridimensionare, il ruolo degli autisti di ogni singolo taxi. I ricercatori hanno scelto a caso un quinto dei tassisti coinvolti negli incidenti e ne hanno analizzato il comportamento alla guida, usando i dati raccolti dal sistema satellitare installato dall’azienda in ogni automobile. I dispositivi GPS registrano la posizione dell’auto ogni 15 secondi, compreso il suo stato: occupato, libero o in pausa. L’analisi dei dati ha mostrato un comportamento alla guida sostanzialmente uguale tra i tassisti dei taxi gialli e quello dei taxi blu.
Lo studio, pubblicato su PNAS, ha anche suddiviso gli incidenti per tipologia, considerando sia le cause sia le condizioni di illuminazione stradale. I ricercatori hanno confermato con i dati la loro ipotesi: i taxi gialli sono coinvolti in meno incidenti quando sono chiaramente visibili all’altra automobile, mentre la “protezione” data dal colore non funziona – come prevedibile – se il taxi non è ben visibile all’autista del veicolo che causa il tamponamento. Ho e collegi hanno anche rilevato che il giallo riduce di più la probabilità di un incidente di notte, perché offre un contrasto maggiore in condizioni di scarsa luminosità rispetto al blu. Le luci stradali fanno inoltre spiccare di più il giallo rendendo i taxi molto più visibili.
Perché in Italia i taxi sono bianchi?
Il giallo è il colore più associato ai taxi nell’immaginario di molti, ma in realtà il loro colore varia molto a seconda dei paesi, o delle singole città, a volte per tradizione, in altri casi per semplice caso. In Italia i taxi erano per lo più gialli fino ai primi anni Novanta, ma non mancavano eccezioni con città in cui erano verdi o bianchi. All’inizio del 1992 fu introdotta una “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”, nella quale si affidava al ministero dei Trasporti la scelta di “un colore uniforme per tutte le autovetture adibite al servizio di taxi” immatricolate a partire dall’anno successivo.
Dopo essersi consultato con le associazioni di categoria, il ministero scelse il bianco come colore da usare su tutto il territorio nazionale per i taxi. Il bianco era utilizzato in diverse città del nord Italia, cosa che indusse il governo a sceglierlo per evitare eccessivi disguidi nella fase di transizione prevista dal testo unico. Dal 1993, quindi, tutti i nuovi taxi sono bianchi.