Cosa mangia Donald Trump
Il più anziano presidente americano di sempre mangia soprattutto junk food, per quel che ne sappiamo: è rapido, è igienico e funziona in politica
La svolta radicale della presidenza di Donald Trump rispetto a quella di Barack Obama viene fuori anche in un ambito laterale e meno rilevante, su cui gli Obama hanno puntato molto: l’alimentazione sana per combattere il sovrappeso e l’obesità troppo diffusi tra gli americani. Non si sa ancora se Trump proseguirà ufficialmente politiche di questo tipo, ma almeno per ora non ha intenzione di promuoverle con l’esempio personale, vista la sua passione per il junk food – il cosiddetto “cibo spazzatura”, fatto di cibi fritti, grassi, insani e ipercalorici – che ha ribadito più volte in campagna elettorale e portato, dopo l’insediamento, anche dentro la Casa Bianca. Come presidente degli Stati Uniti, Trump ha a disposizione cinque chef a tempo pieno, ma a meno che non cambi le sue abitudini alimentari è probabile che non saranno molto impegnati.
Trump spesso salta la colazione: quando la fa, mangia uova con bacon o corn flakes. Preferisce pranzare velocemente alla scrivania, e il suo pasto più consistente è spesso la cena (quello che secondo i nutrizionisti dovrebbe essere invece il più leggero). Tra i suoi pasti preferiti ci sono quelli serviti da McDonald’s: ha detto di amare il panino con il pesce, il Big Mac o il Quarter Pounder (cioè due classici hamburger), serviti su vassoi d’argento sul suo jet privato. «È roba buona», ha detto in un’intervista ad Anderson Cooper della CNN. In una delle foto più famose della sua campagna elettorale era ritratto a bordo del suo aereo mentre mangiava un secchiello di pollo fritto di Kentucky Fried Chicken (ma con forchetta e coltello, suscitando molte ironie).
Great afternoon in Ohio & a great evening in Pennsylvania – departing now. See you tomorrow Virginia! pic.twitter.com/jQTQYBFpdb
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 2, 2016
Trump ha spiegato di amare il cibo dei fast food perché è veloce, e perché garantisce un certo standard di qualità: «Sono una persona molto pulita. Mi piace la pulizia, e penso che si stia più tranquilli ad andare lì rispetto a qualche posto che non hai idea da dove venga il cibo». L’importanza dell’igiene per Trump è stata molto documentata durante la campagna elettorale: in particolare la sua riluttanza a stringere le mani di sconosciuti, una pratica pressoché inevitabile per un presidente degli Stati Uniti. Oltre al cibo dei fast food, Trump ama il polpettone di carne (di cui conserva ancora la ricetta della madre), spaghetti, insalate di pollo e Coca Cola Light. Si fa cucinare le bistecche stracotte: «sbattevano contro il piatto, tanto erano cotte» ha spiegato il suo maggiordomo storico.
C’è chi ha letto un certo provincialismo e immaturità nei gusti alimentari di Trump: «è il classico ragazzo del Queens che ce l’ha fatta ad attraversare il fiume e arrivare allo skyline scintillante di Manhattan, ma non ne ha mai compreso l’alta cucina», ha scritto il New York Times. La dieta di Trump è profondamente americana, e secondo molti osservatori provoca soprattutto identificazione negli elettori della classe media, come ha spiegato Russ Shriefer, un consulente politico Repubblicano: «Non c’è niente di più americano e più vicino alla gente dei fast food». Anche Kellyanne Conway, importante consigliera e stratega di Trump, durante la campagna elettorale aveva collegato le sue preferenze alimentari alla sua autenticità.
Come dicevamo, le abitudini di Trump sono quanto di più lontano da quelle degli Obama. Michelle Obama ha fatto della campagna a favore di una corretta alimentazione e dell’esercizio fisico uno degli aspetti più importanti della sua attività politica negli otto anni di permanenza alla Casa Bianca Barack Obama, che ogni sera mangiava poche mandorle tostate nel suo studio come snack, teneva sempre delle mele nello Studio Ovale e si imponeva una certa limitazione sul junk food. Un assistente di Trump ha invece detto di non averlo mai visto fare uno spuntino con frutta fresca o secca, ma soltanto con patatine e Keebler Vienna Fingers, biscotti con crema alla vaniglia, entrambi sempre presenti sui suoi aerei. Un tempo gli piacevano gli Oreo, ma da quando la produzione è stata spostata dagli Stati Uniti al Messico non li mangia più. Trump sembra trattare il cibo soprattutto come un problema che va risolto, in fretta e nel modo più soddisfacente possibile. Sua figlia Ivanka Trump, parlando dei difetti di suo padre, una volta ha spiegato che vorrebbe mangiasse più lentamente.
Il giornalista politico Mike Allen riporta i racconti di alcuni assistenti e amici di Trump sulle sue abitudini alimentari: è ossessionato dall’aspetto fisico ma allo stesso tempo non mangia sano, né fa attività sportiva e dorme molto poco. Beve Coca Cola Light tutto il giorno e come ha detto un suo assistente ha “tre alimenti base”: la pizza di Domino, il pollo fritto di KFC, e il cibo di McDonald’s. Un altro suo assistente assicura che da quando è presidente ha cambiato abitudini: beve ancora molta Coca Cola Light ma ha diminuito la frequenza con cui mangia fast food. Un amico ci tiene a precisare che è vero che Trump mangia spesso bistecca e patate, «ma gli piacciono molto anche il pesce e i frutti di mare, come i granchi e i gamberetti. Cose del genere. E l’insalata la mangia, per esempio la Cobb salad» (che oltre alle verdure ha bacon, petto di pollo, uova sode, acciughe e formaggio Roquefort).
Il governatore del New Jersey Chris Christie ha raccontato che una volta i due mangiarono insieme in un lussuoso ristorante di Manhattan. Trump ordinò appena arrivato i piatti per entrambi direttamente allo chef, senza dare la possibilità a Christie di scegliere: «Ti piaceranno, vedrai», gli disse. Alcuni anni fa andò con l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin in una pizzeria di Times Square, e si fece fotografare mentre mangiava con forchetta e coltello solo la farcitura, lasciando il resto nel piatto. Anni dopo raccontò che era un modo per cercare di tagliare le calorie: «Tolgo il condimento dalla pizza, non mangio mai la pasta». Il comico Jon Stewart lo prese in giro per quell’episodio facendo riferimento alla sua vecchia campagna perché Obama presentasse il suo certificato di nascita, sostenendo che fosse nato in Africa: «Vedendo come mangi la pizza, Donald, voglio vedere il tuo certificato di nascita. Non penso tu sia davvero nato a New York».
Trump ha addirittura proposto di tagliare le cene di stato, suggerendo che «dovremmo mangiare hamburger mentre lavoriamo, ai tavoli delle conferenze, e dovremmo fare accordi migliori con la Cina e con gli altri e dimenticarci le cene di stato». Una dieta come quella di Trump si porta però dietro anche i noti problemi collegati al cibo spazzatura: soprattutto quando riguarda il più anziano presidente della storia degli Stati Uniti. La dietologa Jo Travers ha spiegato al Guardian che l’assenza di omega-3 dalla dieta di Trump, almeno per come la conosciamo, non fa bene al suo cervello.
Gli omega-3 sono i grassi contenuti per esempio nel pesce: «il suo corpo li sostituirà con altri tipi di grassi, che sono meno fluidi, rendendo più difficile il lavoro dei neurotrasmettitori. Questo è collegato ai disturbi dell’umore». C’è poi il problema della colazione, che come si ripete spesso è un pasto importante (anche se sopravvalutato, in fondo), e del bacon e della carne bruciata, alimenti che aumentano il rischio di contrarre il cancro. Il polpettone e gli hamburger, tra i pasti preferiti di Trump, sono molto proteici ma mancano di carboidrati e di fibre, elementi importanti nella dieta, ha spiegato Travers: «Se non dai frutta e verdura ai batteri del tuo intestino, puoi avere conseguenze sul sistema immunitario e questo può portare a infezioni». E infine c’è il problema dei grassi contenuti nel junk food, che aumentano il rischio di problemi cardiaci.
Trump poi non fa alcun tipo di attività sportiva, a parte un po’ di golf ogni tanto, e si sposta soltanto con la macchina: la sua attività principale è sempre e solo il lavoro. Dorme anche pochissimo, non più di quattro ore, come ha raccontato un suo ex assistente che riceveva le sue chiamate all’1:30 di notte e poi di nuovo alle 4:30 di mattina. Tra tutte queste abitudini insane ce n’è anche qualche positiva: non fuma, non beve caffè, né alcol, tanto che l’unico cocktail che beve è una versione analcolica del Bloody Mary, succo di pomodoro e ghiaccio.