I nuovi guai del presidente del Sudafrica
Un nuovo report riprende le accuse di corruzione nei confronti di Jacob Zuma, mentre un po' tutti gli chiedono di dimettersi
Il presidente sudafricano Jacob Zuma, che ha 74 anni ed è in carica dal 2009, sta ricevendo sempre più pressioni per dimettersi dal suo incarico. Mercoledì 2 novembre il public protector del Sudafrica – una specie di authority anti-corruzione – ha diffuso un rapporto in cui suggerisce di istituire una commissione per indagare sul comportamento di Zuma nel cosiddetto “guptagate”, cioè una serie di scandali legati ai rapporti fra Zuma e i Gupta, una ricca famiglia di imprenditori indiani. All’inizio di quest’anno un tribunale aveva stabilito che Zuma aveva utilizzato del denaro pubblico – circa 20 milioni di euro – per ristrutturare la sua casa. Al suo partito, l’ANC, vengono rivolte da tempo accuse di corruzione. Oggi a Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica, ci sono state tre importanti manifestazioni per chiedere le dimissioni di Zuma: due per le strade della città, di cui una interrotta dalla polizia dopo alcuni scontri, e un’altra più contenuta in una chiesa, organizzata da noti imprenditori e leader religiosi.
Police unable to contain the #EFF members as they continue to occupy Pretoria . #SaveSouthAfrica pic.twitter.com/w2VnPMMnz4
— Lindokuhle Xulu (@LindokuhlXulu1) November 2, 2016
The packed St. Albans cathedral in Pretoria ahead of the #SaveSA people's assembly against #StateCapture @News24 pic.twitter.com/cWvT1MK3BM
— Mpho Raborife (@MsRaborife) November 2, 2016
Il report del public protector riprende accuse che circolavano già da mesi, e ha consigliato a Zuma di istituire entro trenta giorni una commissione che indaghi meglio sui suoi rapporti con i Gupta. I Gupta sono una ricca e influente famiglia di origine indiana che si è trasferita in Sudafrica nei primi anni Novanta alla fine dell’apartheid. Gestiscono importanti affari nel campo dell’estrazione di risorse, dell’informazione, dell’ingegneria e dell’informatica. Secondo le accuse, Zuma non solo ha favorito i loro affari, ma ha anche permesso loro di interferire con le decisioni politiche del governo (diversi politici di alto livello hanno testimoniato di aver ricevuto la proposta di diventare ministri direttamente dai membri di quella famiglia).
Già prima della diffusione del report, migliaia di persone – perlopiù sostenitori dell’Economic Freedom Fighters, il principale partito di sinistra radicale – hanno manifestato per le strade di Pretoria chiedendo le dimissioni di Zuma. La polizia ha disperso le proteste usando granate stordenti, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Anche Democratic Alliance, il partito centrista principale membro dell’opposizione, ha organizzato un’altra manifestazione di protesta contro Zuma.
Leadership at the front of the #ProtectOurConstitution march, as we head towards the Pretoria Magistrate's Court. pic.twitter.com/NXw8XPn6XE
— Democratic Alliance (@Our_DA) November 2, 2016
Zuma non viene criticato solo dai suoi oppositori politici: anche la ONG fondata da Nelson Mandela – che in passato è stato lo storico leader dell’ANC, il partito di Zuma – ha criticato l’attuale presidente sostenendo che «l’ingerenza di interessi privati nella politica» ha indebolito le istituzioni del paese. Nella giornata di oggi i principali vignettisti sudafricani hanno firmato una striscia in cui chiedono a Zuma di dimettersi.
South Africa's leading cartoonists join the call for Zuma to go, sacrificing their chief inspiration for the national good. #SaveSouthAfrica pic.twitter.com/etgDMDPRRc
— Amanda Patterson (@amandaonwriting) November 2, 2016
Non è chiaro se Zuma considererà l’idea di dimettersi. Oltre che della diffusa corruzione, Zuma è stato accusato anche di non avere fatto abbastanza per consolidare la crescita economica del Sudafrica – che nei primi tre mesi del 2016 si era addirittura contratta dell’1,2 per cento, nonostante sia una delle più dinamiche in Africa – e dei pessimi risultati alle recenti elezioni amministrative del suo partito, l’ANC.