Parigi è questa qui
Fotografie dalle periferie, lontane dagli stereotipi della Torre Eiffel e del lungosenna: grattacieli, cantieri, campetti da calcio e parcheggi deserti
Nel progetto fotografico Color Cube il francese Edouard Sepulchre mostra una faccia insolita e poco nota di Parigi, ben distante dalle immagini della Torre Eiffel, dei caffè coi tavolini all’aperto, del lungosenna e dei maestosi Champs-Élysées. Quando lo iniziò, nel 2015, Sepulchre era appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti e voleva «occuparsi di larghi spazi aperti tagliati da linee orizzontali e grafiche. Volevo lasciarmi sorprendere. La periferia di Parigi mi sembrò un buon punto di partenza». Le cosiddette banlieue sono un posto di grande trasformazione, dove «edifici e quartieri decrepiti vengono continuamente distrutti per ricreare un nuovo paesaggio urbano» oppure convivono con nuovi palazzi e grattacieli in costruzione.
Sepulchre si concentra soprattutto sui colori, sulle forme e le linee, raccontando una città fatta di edifici modernisti, enormi condomini, strade polverose, cantieri abbandonati, case popolari e campetti da calcio. La Parigi di Sepulchre – anonima, alienata ed esotica – ricorda le periferie delle città dell’Est Europa, il Nord Africa, gli Stati Uniti e il Giappone: tutte queste immagini contrastanti raccolte in serie compongono «una nuova realtà, una città immaginaria».
Sepulchre ha iniziato a lavorare in pubblicità ed è passato alla fotografia nel 2010, concentrandosi soprattutto sui suoi progetti personali e alternandoli a lavori su commissioni per aziende, agenzie fotografiche e riviste. Gli altri suoi lavori si possono guardare sul suo sito, su Tumblr e Facebook.