A che punto è la legge sulle unioni civili
La discussione al Senato comincerà il prossimo 28 gennaio, ma ci sono diversi problemi e obiezioni sia all'interno del Pd che di Forza Italia
Lo scorso ottobre è stato presentato al Senato il cosiddetto “ddl Cirinnà”, la proposta di legge sulle unioni civili: inizierà ad essere discusso in aula solo il prossimo 28 gennaio, inizialmente era previsto il 26 come data d’inizio ma è stato cambiato per questioni di calendario. La discussione, come già previsto nei mesi scorsi, non sarà semplice: per la contrarietà di Angelino Alfano del Nuovo Centro Destra, alleato del Pd di Matteo Renzi al governo, e per le nuove resistenze dell’area cattolica del Pd, che sembravano essere almeno in parte superate.
Il testo base della discussione è il cosiddetto “Cirinnà bis” cioè un nuovo testo presentato per aggirare l’opposizione di alcuni senatori in commissione Giustizia, dove il precedente ddl (il primo Cirinnà) era bloccato da mesi anche a causa delle resistenze dell’area cattolica del Pd. La contrarietà era stata in parte risolta dopo le modifiche al primo articolo del ddl: era stato deciso di introdurre nell’ordinamento italiano l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso «quale specifica formazione sociale» e di cancellare ogni riferimento al matrimonio.
Uno dei problemi e dei punti più discussi continua però ad essere l’articolo 5, in cui si parla della stepchild adoption. La stepchild adoption – che in inglese significa letteralmente “l’adozione del figliastro” – è la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. In Italia è già prevista per le coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano vissuto more uxorio (“secondo il costume matrimoniale”, cioè in sostanza convivendo) per almeno tre anni ma siano sposate al momento della richiesta. Non è quindi valida per le coppie omosessuali, non essendo riconosciuto il matrimonio né altre forme di unione per le persone gay. La legge Cirinnà, nella sua ultima versione, esclude l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante: per le coppie dello stesso sesso unite civilmente non sarà possibile adottare bambini che non siano già figli di uno dei componenti della coppia. Tutta la discussione attorno al cosiddetto “utero in affitto” che la legge Cirinnà si appresterebbe “a promuovere”, invece, è basata su premesse che non esistono: il ddl non dice nulla a riguardo, lasciando quindi in vigore i divieti della legge 40 del 2004.
(Le cose false e imprecise sulla surrogazione di maternità)
Alla stepchild adoption sono contrari i parlamentari di Area Popolare (UdC e NCD), della Lega, di Fratelli d’Italia, alcuni di Scelta Civica e del M5S, ma anche una trentina di senatori del Pd, di area cattolica, e un’altra trentina di parlamentari, sempre del Pd, alla Camera. Ieri ci sono state diverse riunioni interne di partito, compresa quella dei deputati di area cattolica che chiedono, innanzitutto, la cancellazione della possibilità di adozione del figlio biologico del partner. Repubblica scrive anche che oggi verrà pubblicato un “manifesto” per modificare in questo senso il ddl e si vedrà da quanti deputati è stato firmato. Nel pomeriggio di giovedì il sito Gay.it ha pubblicato un elenco dei parlamentari del PD che secondo il sito sono quelli che si stanno opponendo alla stepchild adoption. Ieri, il vescovo Nunzio Galantino, segretario della Cei, aveva invece nuovamente criticato la possibilità di adozione per le coppie omosessuali. Il prossimo 30 gennaio in Piazza san Giovanni a Roma ci sarà il Family Day, una manifestazione organizzata da molte associazioni di conservatori per opporsi, tra le altre cose, al riconoscimento delle unioni civili.
Tra le ultime notizie che hanno a che fare con il disegno di legge sulle unioni civili ci sono anche le dichiarazioni di Silvio Berlusconi. In un’intervista al quotidiano Il Messaggero di qualche giorno fa, Berlusconi aveva detto che «sulle unioni civili nei prossimi giorni riuniremo i gruppi parlamentari e penso che daremo libertà di coscienza». Dopo una riunione di partito, è stato però dichiarato che Forza Italia voterà contro il ddl e Berlusconi ha aggiustato le sue dichiarazioni: Forza Italia è favorevole alle unioni civili, ma contraria al ddl Cirinnà.
Ieri @forza_italia si è riunita e ha deciso di dire no alla #leggecirinnà!#agorarai ST
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) January 14, 2016