La Slovenia ha abolito i matrimoni gay
Con un referendum in cui il 63 per cento ha votato per abrogare la legge approvata dal Parlamento a marzo
Domenica 20 dicembre in Slovenia si è votato per un referendum abrogativo della legge approvata a marzo per legalizzare il matrimonio gay: circa il 63 per cento dei votanti ha votato per abrogare la legge. In tutto hanno votato poco più del 36 per cento degli elettori.
La Slovenia aveva legalizzato i matrimoni gay nel marzo 2015, diventando il 13esimo paese europeo ad avere una legge che permetteva ai gay di sposarsi e adottare bambini. La nuova legge era stata sostenuta dai principali partiti di sinitra del paese, ma era stata invece da subito contestata dai partiti di destra; un comitato conservatore – il cui nome si può tradurre con “I bambini sono in pericolo” – aveva allora iniziato a raccogliere le firme per l’abrograzione della legge, spiegando che la sua applicazione avrebbe negato ai bambini il diritto di avere una madre e un padre.
Diversi sondaggi nei mesi scorsi avevano mostrato che il sostegno per i matrimoni gay in Slovenia era intorno al 60 per cento, e secondo alcuni osservatori la scarsa partecipazione al voto di domenica potrebbe essere stata la ragione della vittoria degli oppositori della legge. La Slovenia, che ha circa 2 milioni di abitanti, è sempre stato un paese piuttosto progressista in materia di diritti civili: già dal 2006 permetteva le unioni civili e l’adozione da parte di coppie gay dei figli di uno dei o delle due partner. Dopo il referendum questa tornerà a essere la legge che regolerà formalmente le unioni tra persone dello stesso sesso.