I migranti nei campi ungheresi
Un video mostra la polizia che lancia razioni di cibo in un centro di accoglienza vicino al confine con la Serbia, migliaia di persone stanno cercando di arrivare a Vienna a piedi
Nei campi di accoglienza per i migranti di Röszke – in territorio ungherese a poca distanza dal confine con la Serbia – migliaia di persone attendono da giorni di potere continuare il loro viaggio verso l’Austria, raggiungendo poi la Germania e gli altri paesi del nord Europa dove in molti faranno domanda d’asilo e si ricongiungeranno con amici e parenti che già vivono lì. Il governo dell’Ungheria sta inasprendo le regole per quanto riguarda il transito dei migranti, cosa che porta al rallentamento nella loro gestione e a un maggior numero di respingimenti, spesso verso la Serbia.
Il sovraffollamento in alcuni campi a Röszke sta portando a seri problemi di gestione. Nelle ultime ore è stato molto ripreso dai siti di informazione un video che mostra la polizia ungherese mentre lancia razioni di cibo ai migranti. Alcune centinaia di persone si accalcano verso i poliziotti, alcuni si arrampicano sulle reti utilizzate come divisori dei vari settori del campo, cercando in questo modo di raccogliere al volo un sacchetto. La distribuzione del cibo non è organizzata e, da cosa si vede nel video, solo in pochi riescono a recuperare le razioni. Secondo il direttore dell’associazione Human Rights Watch i migranti nel campo di accoglienza sono stati trattati come “bestiame”.
Michaela Spritzendorfer, l’autrice del video, ha raccontato a BBC: «quelle persone sono alle prese con un viaggio terribile da tre mesi: molti di loro hanno attraversato il mare, sono stati in mezzo alle foreste e hanno dovuto superare cose orribili e noi, come Europa, li teniamo in questi campi come animali. È davvero responsabilità dei politici europei aprire i confini ora». La polizia ungherese impedisce ai giornalisti di entrare all’interno dei campi. Per questo molte delle notizie sono di seconda mano o riferite da volontari delle organizzazioni umanitarie che riescono ad accedervi.
In più occasioni il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha detto che l’Ungheria ha il dovere di tutelare il confine dell’Unione europea e che per questo motivo il suo paese deve adottare politiche rigide quando si tratta di accogliere i migranti. Il governo ungherese sta valutando l’introduzione di leggi più dure che puniscano con il carcere e le espulsioni gli ingressi illegali nel paese.
In Ungheria sta proseguendo intanto la costruzione della barriera alta circa 4 metri e con il filo spinato lungo il confine con la Serbia. L’iniziativa era stata annunciata a inizio estate e da allora è stata duramente criticata da diversi leader europei. Il governo della Macedonia sta valutando la possibilità di creare una propria barriera lungo il confine con la Grecia per arrestare in parte l’afflusso di migranti. Nell’ultima settimana il governo macedone ha comunque calmierato gli ingressi, con la conseguenza di lunghe code di migranti alla frontiera che spesso devono attendere giorni in condizioni precarie prima di avere la possibilità di entrare in Macedonia dalla Grecia e proseguire verso la Serbia. Per ora la barriera macedone è solo una proposta e non è chiaro se sarà realizzata, né con che tempi.
Alcune migliaia di migranti nelle ultime ore sono comunque riuscite a superare il confine tra Ungheria e Austria: molte lo hanno fatto a piedi, confidando di potere proseguire poi in treno verso la Germania. Ieri la compagnia ferroviaria austriaca ha provvisoriamente sospeso la vendita dei biglietti per alcuni treni da e verso l’Ungheria, a causa del grande affollamento sui convogli. E proprio la riduzione del traffico ferroviario ha portato i migranti a proseguire a piedi: come accaduto in altre circostanze, qualcuno ha iniziato la marcia e in breve altre centinaia di persone si sono accodate, in direzione di Vienna da dove partono i treni per la Germania.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo da inizio anno a oggi sono stati più di 430mila, più del doppio rispetto al 2014. La maggior parte dei migranti proviene dalla Siria, ma ci sono persone provenienti da molti altri paesi come Afghanistan, Eritrea, Nigeria, Somalia, Pakistan, Iraq e Sudan. Per arrivare in Europa affrontano viaggi piuttosto tortuosi e pericolosi, rischiando spesso la vita nell’attraversamento sui barconi nel Mediterraneo.