La storia del bambino siriano annegato in Turchia
Si chiamava Aylan Kurdi, la sua famiglia era scappata dalla guerra e voleva raggiungere il Canada: nel naufragio si è salvato solo suo padre
La famiglia siriana del bambino trovato morto su una spiaggia in Turchia, in seguito al naufragio della barca su cui stava viaggiando, aveva lasciato la Siria con la speranza di ricongiungersi con alcuni parenti che da tempo vivono in Canada, iniziando un viaggio che lo avrebbe portato in Grecia. Il bambino aveva tre anni e si chiamava Aylan Kurdi: la fotografia del suo corpo sulla battigia è stata mostrata dai media di mezzo mondo e nella sua crudezza è considerata da molti emblematica per descrivere la crisi dei migranti di queste settimane. Sulla barca naufragata c’erano anche la madre e un fratello di Aylan Kurdi, entrambi morti, e suo padre che invece è sopravvissuto e che ha telefonato ai parenti in Canada per avvisarli dell’incidente in mare. Si chiama Abdullah Kurdi e ha spiegato di voler tornare il prima possibile a Kobane, città di confine tra Siria e Turchia, per organizzare il funerale dei suoi familiari.
Su Twitter sono state pubblicate le fotografie di Aylan con il fratello maggiore Galip mentre sono seduti su un divano con un peluche. In un’altra immagine i due fratelli sono seduti uno accanto all’altro, con Galip che tiene una mano sulla spalla del fratello, vestito con una felpa gialla.
Heartbreaking: The 2 #refugee brothers who drowned alongside each other & whose bodies washed up on #Turkey's shore 😞 pic.twitter.com/ly54sClvau
— Majid Freeman (@Majstar7) September 2, 2015
Aylan, 3, who drowned along w his brother Galip, 5, and their mother, Rihan. Their father, Abdullah Kurdi, survived. pic.twitter.com/JeQSKctJG8
— Mona Eltahawy (@monaeltahawy) September 2, 2015
Teema Kurdi, che vive a Vancouver (Canada), ha spiegato che nelle ultime settimane si era attivata per raccogliere i soldi necessari ai suoi parenti per trasferirsi in Canada. Aveva iniziato chiedendo ad amici e ad altri familiari, ma era stato impossibile mettere via denaro a sufficienza per pagare il viaggio, e per questo i Kurdi erano partiti su una barca cercando di raggiungere le isole greche. Teema Kurdi ha anche detto che negli ultimi tempi aveva dato una mano pagando l’affitto dei suoi parenti in Turchia, “ma lì i siriani vengono trattati in modi orribili”. La signora Kurdi vive in Canada da circa 20 anni e aveva fatto un primo tentativo per fare riconoscere lo stato di rifugiati ai suoi parenti in vista del loro arrivo, ma la domanda era stata rifiutata.
Le condizioni per ottenere asilo in Canada prevedono che la richiesta sia presentata da almeno cinque cittadini canadesi, che si impegnano a offrire sostegno finanziario e personale ai richiedenti. Questi devono essere inoltre riconosciuti come rifugiati, cosa che non è semplice perché spesso i centri delle Nazioni Unite che se ne occupano in paesi come la Turchia sono sommersi di domande, e non hanno le risorse per fare le necessarie verifiche.
Sulla barca oltre alla famiglia Kurdi c’erano almeno altri 8 siriani che sono morti nel viaggio verso le isole greche. Le condizioni del mare erano buone, ma a causa dell’alto numero di persone a bordo la piccola imbarcazione si è rovesciata, intrappolando i suoi passeggeri sott’acqua. Secondo le autorità turche nel naufragio sono morti in tutto cinque bambini, altre persone sono ancora date per disperse.